(Henri Cartier Bresson, Mexico 1934)
Ancora. Altre volte avevo distinto la sua aura su di me e questo non mi lasciava di certo indifferente. Salii gli scalini del treno, e mi piegai per salutarlo, le sue labbra sfiorarono volutamente appena l’angolo della mia bocca, ne percepii l’umidità; un saluto, non eravamo soli.
Mentre tornavo a casa, sembrava che viaggiassi in preda ad un dormiveglia, ero come inebetita.
“Cos’hai!” “…niente! sono stanca è stata una giornata faticosa, non trovate?”
Capii che le cose erano cambiate (ma va!) e due giorni dopo lo aspettavo. Lo avrei rivisto.
Per la preparazione di una pietanza, ogni ingrediente è indispensabile al fine di realizzare il piatto con quel preciso carattere. L’equilibrio delle spezie, nella giusta misura è fondamentale; nel palato non devono esserci odori prevalenti, ma la piacevolezza di una gustosità globale. L’identificazione di ogni elemento separato dagli altri deve essere riconoscibile. Una zuppa di pesce è ottima quando riesci a sentire il gusto singolo di ogni pesce, immerso in un sapore unico. E non una cosa che sa di pesce, a metà tra un brodo di pomodoro e una peperonata! Bah! (Tu, che ti credi cuoco, ascolta, cambia mestiere e torna a coltivare la terra).
Quel contatto di labbra fu la spezia, nella giusta misura, che permise la mutazione evolutiva del mio essere donna, nella mia vita, dopo, nessuna cosa fu più uguale a prima. Ogni mio proposito, ogni mia convinzione cambiò percorso. Un tumulto madornale. Il suo colore s’impossessava completamente di me.
Io stargli accanto, confrontarsi con lui, aveva creato turbolenza al mio modo di esistere, sino a quel momento la mia vita era stata di una gestione semplice, ora diventava tutto molto complesso, avevo il fiatone. Dovevo correre veloce con lui che, considerava una cosa solo pensata già conclusa.
Non glie l’ho mai detto, ora lo leggerà, ma ancora oggi, quando attraverso (sono su, dentro, lavoro) la mia pittura, a volte, penso alle sue tracce, ai suoi colori, al vibrare dell’aria alla sua presenza. Mi ritorna il suo passo imponente come imponente è il suo lavoro, i suoi graffi, i neri, i grigi, i rossi, i gialli! I suoi fuochi di polvere da sparo, io li ho fatti gocce, in me sono diventate massa lavica infuocata. Il mare buio, la notte sulla terra in lui, in me sono la luce dell’universo, l’acqua che ricopre la terra, i neri, suoi, profondi come lame taglienti, i miei, distanze infinite. Da lui ho imparato a impossessarmi dello spazio vuoto, della tela bianca, a fare l’amore permettendo all’aria di attraversarmi liberamente, e cosa vuol dire che, in amore non esistono regole. Sulla tela, con i pennelli come spade, entrandoci con i polpastrelli, poi con il palmo delle mani, premendo con le dita, incidendo con le unghie, quando neanche il pennello e le spatole mi bastano più per definire la mia espressione; a incidere sul supporto la linfa del mio essere, la vita che mi scorre dentro e che non saprei altrimenti come realizzare. E allora, le sue battaglie meccaniche in me sono diventate un a corpo a corpo. Gli impasti di materia rossa, blu, in tutte le sfumature, ora si compenetrano, così che l’una apparterrà all’altra per sempre, solidificandosi. A cacciarsi su una tela, due, tre, contemporaneamente, quando una è troppo piccola perché contenga l’atto, in un orgasmo unico. Lì alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, ma solo tu sai, e resterà lì impresso, documentato segretamente, in quel magma. Poi. Comprano un lenzuolo che ha avvolto i corpi di due amanti, con le tracce di un amplesso inesauribile, e …non lo sanno.
Da una certa forza ci si allontana quando non si è in grado di tener testa, non per ragion veduta, certamente per la consapevolezza dell’impossibilità di adattarsi a un uomo con un carattere indiscutibilmente forte. Tra noi, io combattevo disarmata, con lui era tutto amplificato, più, e forse per me era troppo. Allora.
(Henri Cartier Bresson)
Ricorda un po la mia storia… Perfettamente collimanti tra le lenzuola, un turbinio di attriti fuori. Si trova il carattere perfetto che combacia su tutto?
Non lo so se esiste la perfetta meta' per me.
SorVolando…non lo so, la perfezione non è cosa terrena.
Meglio sarebbe la metà, quella parte che mi completi…
Ah! Siamo destinati a cercare all'infinito…
http://www.youtube.com/watch?v=V_99jI-Aqm8
Forse la meta' perfetta
esiste solo nei nostri ideali. Eterna aspirazione alla felicita' totale, che si piega ineluttabilmente alla realta' cruda dell'imperfezione che e' insita in noi. L'amore che ho provato mi ha drogato i sensi e non riesco a concepire nulla che ci si possa avvicinare ormai.
Amore che si infranto sugli scogli dell'egoismo e dela paura… ma che ancora continua a turbarmi e a sognare.
Mamma mia che impressione ti ha fatto con un bacio e deve essere perche' sei troppo innamorata di questo ragazzo.
Tener testa a certi uomini non è semplice.
A volte stancano…ma sono affascinanti.
SorVolando… scommettiamo?…sino al prossimo. Accade, eccome se accade di nuovo. Predisponiti. La felicità totale?mi annoia l'idea
Orsopop. Un bacio da asfissiare. Passione! Troppa, quindi l'ho mollato
Shewant. Amarli consuma. Amarli per un periodo dona sapienza. Amarli per sempre no…Però! …dopo si riparte dal confronto con loro… sperando in meglio
Predisporsi significa creare l'occasione, l'ambiente ideale, la complicita'.
Non credo si verranno mai a creare le stesse condizioni…
Prima di tutto perche' non lo voglio..
Secondo poi… e' stata una singolarita' inimitabile, unica, speciale, irripetibile.
Meglio crogiolarsi nei migliori ricordi che rivivere un'altro trauma colossale.
Comunque grazie per il buon auspicio.
Ciao
Ciascuno di noi dev'essere pronto a farsi tavolozza e tela per l'altra persona.
Ciao : )
E poi, una volta che lo hai preparato, il tuo piatto pereftto, devi cambiarlo un po' ogni giorno, perché alla lunga anche la perfezione viene a noia.
complicata situazio direi che ognuno la vive a modo suo…
un racconto che celebra la passione, quella che stordisce come la sbornia di una lunga notte.
Alchimia di sensazioni che entrano sotto la pelle e la fanno vibrare come percossa da migliaia di elettroni e allora si che vorresti esplodere ….
Io la provo ogni mattina ma non posso viverla, solo sognarla ….
buona notte
Isaac
p.s.
vi chiudo la porta ?
Jons… così dovrebbe essere, ma, ci sono le tele di canapa, di cotone o di lino; i colori acrilici, ad olio o le vernici; piccole tele, medie o grandi.
Chi usa cosa?
Aitan. Certo, cambia in base a ciò che offre la pescheria, l'orto e la dispensa.
Sonya. Complicatissima! ognuno ne prende a modo suo.
Isaac. Esplodi oggi, esplodi domani… poi scappi, io scappo…quando è troppo è troppo.
Tu, ogni mattina e non puoi?
notte buona e sogna tanto
…e lascia pure la porta aperta
Una lettura molto interessante e appassionante.
ma chi era…
Lucio Fontana?
Travolgente!
Ciao.
Susanna…grazie! il seguito nelle prossime puntate
Falconier. Il nome no! …sono una signora.
Gus. A chi lo dici! Ah! Ciao