Il buio meno buio

trattienimi_adinapugliesewE’ così trasparente! Eppure, ci sono delle cose, di lui, che non capisco. Quante cose non si capiscono nelle persone. Non importa. In qualche modo si fa. Il modo più comune è quello di lasciare andare la vita, come lo scorrere dell’acqua lungo un canale, modellarsi alla base senza resistenza e andare via, proseguire. Una parte di quell’acqua si perderà lungo il percorso, nell’andare, altri elementi si uniranno al volume, sassi, foglie, erbe, cambierà nella forma, si modificherà, magari nella sostanza, ma resterà acqua. Poi. Sorpresa! Ho scoperto che nel tempo, strada facendo, con la maturità, s’intuiscono tante cose che ci conducono a soluzioni inaspettate, quindi, meglio attendere. Questa sarebbe la metafora?! No. E che non puoi scegliere, non dipende da te, solo da te, e allora puoi solo fidarti dei sentimenti sinceri e del tempo. Capirò altro, strada facendo.

Il suo sorriso rassicurante, i suoi silenzi nell’osservarmi quando parlo, sono quelli gli elementi che compongono la malta che mi lega a lui.  Aspetto. L’attesa mi logora a volte. Penso. Vieni. Vieni e raccontami cos’hai! I suoi occhi, una dolcissima carezza al mio cuore, e così lui m’indica di seguirlo. Il tempo sembra dilatarsi. Camminiamo lungo il pendio della collina, abbassiamo la testa tra i rami. I nostri piedi si appesantiscono, la terra si è attaccata alle scarpe, il terreno è umido, ieri è piovuto. L’orizzonte è luminoso, limpido, si riesce a percepire ogni minimo dettaglio del paesaggio in lontananza, colline verdi, colline arancio, colline marroni e poi le case, piccole macchie bianche e grigie. Non si sente nessuna presenza umana oltre la nostra, la s’intuisce. Ci fermiamo, ci sediamo, piccoli insetti vagano intorno a noi, ci fanno compagnia. Ah! Come il mio spirito ringrazia per questa sosta sospesa nel tempo. Sono seduta accanto a lui, vorrei chinarmi sulla sua spalla e stringergli le mani. Ma no. Riesco a realizzare una bambolina di fango, come facevo con mia nonna. Panciuta, buffa. Una pallina la testa e una più grande il busto, due rotolini lunghi per le gambe, li tengo tra loro infilando all’interno dei bastoncini, che spezzo dai rami del ciliegio, le faccio anche una gonna di foglie e gli occhi con dei sassolini e i capelli, lunghi, con i fili d’erba. Mi guardi e sicuramente pensi, com’è tuo solito, che io sia la donna più bambina che tu conosca. Le mani si sono sporcate, vorrei toccarti il viso, come fa uno scultore che modella la sua creta, percepire sotto i miei polpastrelli, il mio palmo, la tua figura, e così sentirti totalmente cosa mia. Tu uscito da me. Rido. “Cosa c’è? Che pensi?” “Nulla. Si sta bene qui”. “Si! Possiamo stare ancora, abbiamo tempo”. Io no, ho fretta di te. Come siamo lontani dall’altra realtà qui! Mia madre continua a ripetermi che non crescerò mai. Si è arresa, poveretta. Ho sempre considerato il mio modo di fare, di essere, spontaneo. Lei invece l’ha da sempre trovato tipico solo della fanciullezza e a quarant’anni andati, io, non sarei proprio una ragazza. Per chi ha il cuore malato come me, non ci sono speranze di crescere mai, e poi perché. Non voglio perdere questa nostalgica, malinconica energia dell’amare l’amore. Le foglie non sono bagnate, sanno di fresco e di pulito, c’è un bel sole che le ha asciugate, quelle al suolo si attaccano alla terra delle scarpe. A tratti, andiamo su a fatica. I nostri piedi sembrano pezzi di torta al cioccolato, farcita e decorata. “Camminiamo come se ai piedi avessimo dei Pan di Spagna al posto delle scarpe”. Ridi per questa mia osservazione. Che situazione insolita per noi. “Aspetta! Non andare! Non lasciarmi indietro”. Quest’uomo sicuro ha un’andatura decisa. Faccio fatica a stargli accanto. “Su! Dai! Fai la vecchietta?” “ Io? No!”

Generalmente, siamo omini di città, che si vedono sempre in spazi racchiusi da almeno quattro fiancate. Dove qualsiasi gesto, anche il più libero, è controllato da un fare che segue le regole del gioco prospettato in uno spazio pubblico. La forma. Il bar, il ristorante, il luogo pubblico istituzionale, la macchina nel traffico, portano con se al disorientamento del gesto spontaneo. Il blocco. Quando sei in una situazione specialmente tua, il tuo istinto ti porta a innalzare delle metaforiche barriere. E come se tu ti dovessi proteggere.  Con te, io mi devo proteggere. Ora, qui, comunque, in questo luogo infinitamente aperto, libero agli sguardi, alle voci, e come se sembrassimo più veri. E. Siamo a contatto con una realtà ancora più privatamente nostra. I rami degli alberi, gli stessi, sfiorano la mia testa, la mia spalla ed anche la sua, muovendoci sul terreno sconnesso, in alcuni momenti involontariamente, i nostri corpi si trovano a toccare, questa intimità improvvisa ma attesa, rende i nostri sguardi complici della condizione. Le ciliegie, sopra di noi, fanno dei luccichii, brillano. Sembrano finte.  Gli dico che immagino questo posto, la notte, con tanti gnomi divertiti a decorare gli alberi come fossero abeti a Natale e che li vedo che saltellano di qua e di là per la collina. Tu no?Guarda! Qualcuno si nasconde dietro l’albero laggiù. Ride! Di un riso tenero, di un riso che viene dal cuore. Vorrei dirgli tante cose, so già che lui tante cose le intuisce. Vorrei dirgli di come il solo pensiero di lui riesca ad alleggerire la mia mente da tante idee che la appesantiscono.  Il mio cervello, ascoltando il suo dire, si ossigena e permette alla pelle del mio volto di essere distesa. Insistentemente, oggi, continuo a chiedermi quanto tempo durerà quest’attesa. Mi dirai che è finita, la soluzione me la evidenzierai con il garbo che ti distingue.

Quando nota la mia distrazione, il mio perdermi tra tanti pensieri, con fermezza mi riconduce a concentrare la mia attenzione su di lui. Cerca il mio sguardo. Lo fissa. Ricomincia a parlare a fare domande. Nulla è meno importante per lui. Si può disquisire di qualsiasi argomento.

L’odore nell’aria è vigoroso, saturo dei profumi della campagna, della vegetazione, della terra. Oggi hanno intensità maggiore. Non è perché è piovuto. Sono i miei sensi, si legano a questo posto, a questa luce che passa attraverso i rami, e assorbono tutto quello che lo compone. Procediamo. Seguo i suoi discorsi, ha sempre mille cose da raccontarmi. E. Come se ci fosse un’altra me, riesco ad ascoltarlo e rispondere al suo dire. Ridiamo insieme. Invece l’altra continua ad avere il suo pensiero altrove.

Se mi fosse chiesto di descrivere le caratteristiche della struttura mentale dell’uomo ideale, elencherei tutto quello che di lui è entrato in me. Aiutandomi a guarire dal malumore. Dimmi che è l’ora. Trovo il coraggio. “Perché non ora”, gli chiedo. Si giustifica dicendo che deve stare fermo. Fermo?!… non capisco, non faccio mai mille domande. La fiducia che ripongo in lui mi porta a questo. Se mi chiedesse, tenendomi per mano, di saltare un fosso profondo, buio, con lui lo farei. Ho paura del vuoto! Meno del buio. La forza, l’energia che sento scorrere dentro le sue vene sono un’ancora di salvezza. Anche il buio è meno buio quando mi sta vicino.

Questa maledetta attesa! Io ho fretta di vivere. Assaporo, custodisco, ogni piccolo attimo che passo con lui, riesco concentrandomi, ad aumentare il valore di quei momenti. Anche il sapore di queste ciliegie è speciale. Me le pone. Hanno il calore della sua pelle. Le porto alle mie labbra e con un turbamento impercettibile mi sembra di sentire il suo odore. Riesco a gustarle intensamente, mi appagano come la sazietà che si sviluppa dopo un lungo banchetto. “Dai! E’ ora. Andiamo”.

Informazioni su germogliare

Io mi ricordo di ieri. Vigorosamente penserò a domani, alla gioia condotta da un giorno nuovo. Io mi nascondo dietro al bianco e nero. Minuziosamente raccoglierò le sfumature dei colori, per farne scorta. L’anamnesi mi appaga e mi strazia.
Questa voce è stata pubblicata in amore, arte, cuore, donne, emozioni, germogliare, riflessioni, sorriso, Uncategorized e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

43 risposte a Il buio meno buio

  1. egle1967 ha detto:

    Io non posso fare altro che ringraziarti, per questo, che hai scritto.
    io non posso fare altro che amarVi.
    io non posso fare altro che amare questo amore.
    e amare la vita .
    Lo conosci bene tu, l’amore, altrimenti non lo sapresti descrivere in modo tale da renderlo così palpabile a chi ti legge…mi è sembrato di toccarlo
    un abbraccio.

    • germogliare ha detto:

      io non posso fare altro che attendere, fosse anche per tutta la vita.
      le sensazioni che mi si mischiano nel sangue, sono inscindibili dal mio essere.
      io non so cosa sia altro.
      con le gote rosse…saluti e baci

  2. xidor ha detto:

    Un torrente di parole che fluisce impetuoso e vitale, si increspa nelle rapide strette, si placa vegli allargamenti dell’alveo dove diventa calmo specchio del verde e della natura che attraversa. Mi è piaciuto leggerlo solo una prima volta e lasciarmi trasportare dalle tue parole cristalline che parlano di sentimento e di vita. Mi ha colpito l’unica frase in tutto il percorso in cui osi il pronome alla seconda persona: ” Io no, ho fretta di te “

    • germogliare ha detto:

      Dovrei imparare ad urlarla quella frase. Dovresti imparare ad urlarla quella frase.
      Invece, lasciamo che il passare del tempo, nelle giornate, come l’acqua che scorre, si porta via gli attimi preziosi della nostra intimità, con la consapevolezza di non saper bloccare il tempo. Stop, ferma immagine.

  3. mitedora ha detto:

    scrivi fondendo reale e immaginario. ma, senza confine, come ognuno di noi, è. ciò che desideriamo è reale..” aiutandoci a guarire dal malumore “. un abbraccio.

  4. iraida2 ha detto:

    Bentrovata! ricordi che alla risposta a un tuo commento nel mio blog, ti dissi che avevo come l’impressione di conoscerti? ora ti ho riconosciuta nella tua prosa generosa di parole e di dettagli, che scandaglia anche il più sperduto e desolato angolo dell’anima, che capta anche i più impercettibili segnali di emozione per mostrarli agli altri, tra le palme delle mani, con ingenuo stupore.
    Grazie del tuo passaggio nel mio blog.

    • germogliare ha detto:

      Il piacere che regala il ritrovarsi, il riconoscersi, comune al sapore dato da un impasto riuscito bene, un dolce lievitato e cotto a perfezione.
      Iraida, questa lingua conosco, altre a me sono oscure.
      Sempre torno da te con piacere, si sta bene. Un sorriso

  5. carlo (cKlimt) ha detto:

    “Mi guardi e sicuramente pensi, com’è tuo solito, che io sia la donna più bambina che tu conosca.”
    .
    …”la donna più bambina che conosca”… credo sia il miglior apprezzamento che si possa fare ad una donna. Aver mantenuto lo slancio e la curiosità di quando si correva incontro al mondo e corrergli follemente incontro anche nell’oggi. Essere donna, quindi complessa-profonda-problematica come lo è la vita, eppure avere l’energia delle comete e quella del cucciolo che gioca con il gomitolo del mondo e capelli in cui la luna può impigliarsi come contro i rami degli alberi, la sera. E conservare la destrezza dei pesci e mani piccole per afferrare, accarezzare, abbracciare più e più volte, all’infinito e con più cura, le cose che amiamo.

    .
    “Nulla è meno importante per lui. Si può disquisire di qualsiasi argomento.”
    .
    Ecco, fra tutti, questo per me è sintomo più sicuro d’amore. Quando non importa più “cosa”.
    Non importa più cosa importava prima, ciò che prima ci pareva interessante e finiva per distare anni-luce da ciò che non lo era. Oggi non più. Perchè ciò che conta ora, è il fluire del nostro cuore come fiume, come corrente, fontana che zampilla nel mattino. E’ il riversarsi, il fiorire, il risuonare d’una canzone d’esultanza. Il nostro comunicare, dentro l’Amore, questo diventa.
    .
    “Questa maledetta attesa! Io ho fretta di vivere. Assaporo, custodisco, ogni piccolo attimo che passo con lui, riesco concentrandomi, ad aumentare il valore di quei momenti.”
    .
    Perchè mai aver fretta di vivere se proprio questi sono i momenti più preziosi, più da assaporare, da centellinare, da gustare con totale abbandono. Perchè sono già essi, vita elevata a potenza.
    Gli stessi momenti che più tardi, a volte a distanza di mesi e mesi, rimpiangeremo d’avere attraversato così di corsa e in fretta. Nessun altra felicità ci aspetta se non nel tempo presente, nel tempo dei sensi spalancati alla bellezza. Nel piacere impareggiabile di sentirsi vivi finalmente dentro l’attimo. L’aspettativa d’un futuro da rincorrere e da agguantare, in questi casi non rischia di corrompere la perfezione cristallina del nostro essere qui e ora?

  6. germogliare ha detto:

    Conosci le donne, tu, e conosci l’amore.
    La perfezione non è nell’essere umano. Io sono carne e sono passione, sono vita che avanza. “…ho fretta di te.” perché oggi mi sento viva e vorrei poter vivere oltre quell’attimo.
    Ma…forse sì, tante volte è meglio chiudere in uno scrigno quel prezioso momento così da saperlo intatto e più nostro.
    mi inchino al tuo commento.

  7. guido mura ha detto:

    C’è una positività contagiosa in queste parole; mi piacerebbe esserne contagiato. Purtroppo troppe cose nei rapporti umani non vanno e occorrerebbe tanta voglia di amare, senza paura o vergogna.

  8. germogliare ha detto:

    Spero nel contagio.
    Purtroppo troppe volte non si ha il coraggio di lasciarsi andare all’amare in modo incondizionato. Quando fa meno paura essere soli, rispetto al mostrare ad altri la propria fragilità, beh, non ci sono molte speranze di conoscere la libertà totale dell’amore. Però si può sempre ricorrere alla magia 😉

  9. germogliare ha detto:

    L’ha ribloggato su germogliaree ha commentato:

    Su gentile richiesta e p e r s i s t e n t e, anche, ecco qualcosa che viene da ieri. Saluti e baci!

  10. giolic ha detto:

    MI sono riconosciuta in ogni singola parola ed emozione 🙂 desideri del cuore che si ripresentano e che ti fanno sentire viva 🙂
    Con la maturità e l’esperienza arrivi a comprendere quanto sia vero ciò che cklimt ha scritto : “Essere donna, quindi complessa-profonda-problematica come lo è la vita, eppure avere l’energia delle comete e quella del cucciolo che gioca con il gomitolo del mondo e capelli in cui la luna può impigliarsi come contro i rami degli alberi, la sera. E conservare la destrezza dei pesci e mani piccole per afferrare, accarezzare, abbracciare più e più volte, all’infinito e con più cura, le cose che amiamo.”
    Il nostro essere bambine dentro lo custodiamo con cura, e continueremo a farlo venire fuori per sentirci Vive, ma sappiamo difenderci e combattere ciò che la vita ci mette davanti. L’Amore è camminare insieme certi che qualunque radice nascosta o di contro un meraviglioso pezzo di cielo, possiamo condividere e custodire nel cuore, ognuno con la sua individualità, ma componenti attivi e partecipi del nucleo costruito. Il resto è un surrogato che impari a riconoscere ed evitare con la lucidità dell’esperienza.
    Grazie a te per queste parole e anche a chi ti ha chiesto di ripubblicarlo 🙂
    Buon weekend.

    • germogliare ha detto:

      Carissima, leggevo il tuo commento e come certe volte mi accade ho visualizzato un’immagine (non sono proprio una maga, non credere 😉 ). Questa che vedi, sì, perché partecipare alla vita, farsi terreno, ma anche saper attendere che il ciclo delle stagioni compia il suo percorso, consente l’armonia. L’Amore è armonia ed ha solo da imparare dalla natura, il resto, sì, passa e resta l’esperienza.
      E io ringrazio te, perché senza la condivisione, certe parole non avrebbero senso 🙂
      Stammibene
      sleeping goddess at the lost gardens of Heligan England

  11. stileminimo ha detto:

    E’ così dolcemente bello seguirti nel tuo pensare. Hai fatto bene a riproporlo; mi sarebbe mancato molto, questo.

  12. gelsobianco ha detto:

    “Le mani si sono sporcate, vorrei toccarti il viso, come fa uno scultore che modella la sua creta, percepire sotto i miei polpastrelli, il mio palmo, la tua figura, e così sentirti totalmente cosa mia. Tu uscito da me”
    Che cosa si può aggiungere dopo queste parole tue?
    Tutto diviene inutile, banale, ripetitivo.

    **E’ talmente bello, davvero bello, il tuo scritto che lo assorbo in me, divenuta spugna.**

    “Tu uscito da me”
    L’amore, in una donna, ha sempre una componente così viscerale!
    Io, talvolta, ho sentito uno spasmo improvviso ed una esigenza di sussurrare: “Tu, amore mio, da me partorito!”
    Oh, è una sensazione questa che io ho provato in tutta me stessa, con una grande potenza, con un desiderio di carne e di spirito.

    Ti ringrazio per avermi fatto cogliere l’amore in tutte le sue sfaccettature, per esserti svelata così.
    Ah, l’amore è qualcosa che scorre in te, che non è scindibile da te come non lo è da me.
    In me scava lunghe gallerie vive che mi riempiono.
    Ed io condivido in modo totale tutto quello che tu mi porgi, mia cara.
    E ti ringrazio.
    Ti ringrazio.

    E l’armonia dell’amore si fonde con l’armonia della natura in me, dopo averti letta.
    E’ un qualcosa di così importante per me questo mio riconoscermi nella natura e questo cercare di seguirne i ritmi nell’amore.

    Non avere fretta, mia cara!
    Godi il tempo dell’attesa come sa fare la natura.
    Sì. Noi siamo fatti di carne e questa pretende molto e subito, ma…
    Stringiamo forte in noi quell’attimo unico dell’attendere perchè vi è il vivere più profondo, più pieno.
    L’attesa ha in sè la perfezione più pura.
    Noi, d’ altra parte, poichè uomini, siamo “imperfetti”!
    E, quindi, quel fantastico tuo: “Io no, ho fretta di te.”
    …”te”, usato solo in questa frase, come a far sentire ancora più impellente il desiderio d’amore per un uomo ben determinato… “te”…

    Ho talmente condiviso tutto che mi sembra, ora, di portare alle labbra e di assaggiare quelle ciliege “magiche”.

    Ti abbraccio forte, A. cara.
    Ti sorrido
    A
    Hai scritto qualcosa di veramente speciale!

    • gelsobianco ha detto:

      perdona “ciliege”!
      Ho scritto di getto!

      Poi…quelle ciliegie hanno un odore particolare che mi travolge…

      • gelsobianco ha detto:

        un odore inconfondibile, che non riuscirò mai a dimenticare, che sa di erba e d’amore… che sa di lui… che sa di tuffi nei ruscelli, mano nella mano… che sa di voli insieme… che sa di gioia e libertà… che sa di “noi due”… e continerà sempre ad esistere… anche se…

        gb

  13. germogliare ha detto:

    …mi confondi 🙂 ti lascio le parole di chi, di ciliegie sa parlare per davvero 😉
    baci e abbracci

    “…Non non temere tu non sarai preda dei venti
    ma perché non mi dai la tua mano perché
    potremmo correre sulla collina
    e fra i ciliegi veder la mattina che giorno è
    E dando un calcio ad un sasso
    residuo d’inferno e farlo rotolar giù giù giù
    e noi ancora ancor più su
    planando sopra boschi di braccia tese
    un sorriso che non ha
    né più un volto né più un’età
    e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
    ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
    e più in alto e più in là
    ora figli dell’immensità .” La collina dei ciliegi. L. Battisti

  14. bakanek0 ha detto:

    Hai scelto di riproporre un tuo racconto che è un inno alla vita: amore immediato che torna dal passato ed ha ancora tutto il vigore dell’attimo desiderato, bramato, assaggiato. Il gioco delle parti di chi dice: “Aspetta!”, e di chi domanda: “Ora!”. La natura, le fronde degli alberi sul terreno che fa i piedi pan di Spagna, e la passeggiata lucente che è un crescendo d’amore.
    Le ciliegie…
    Sapori, il cui ricordo ha la forza del momento vissuto.
    Tattile, da leggere con tutti i cinque sensi (e anche un po’ del sesto).
    Grazie, amica mia! Sei bella e pura, sempre.

    • germogliare ha detto:

      Ehhhhhhhhhh, e non esagerare mo. Pure “bella e pura”, caruccia magari, e in quanto a pura, ti confido che tingo i capelli e ogni tanto mi trucco il viso, quindi tanto pura non sono. Ma quelle mani che porgono le ciliegie, quelle, cavoli se son vere, e sono pure, purissime, accidenti!!!Che quando gli sto vicino i miei sensi si moltiplicano.
      Bella tu, amica di merende!

  15. Elena ha detto:

    Ogni volta che ti leggo mi emoziono. Un inno all’amore? Esisterà davvero ?

    • germogliare ha detto:

      Elena, sei troppo fragile, non farmi preoccupare. Un inno a ciò che fa l’Amore, a ciò che lo compone, il rispetto e la complicità. Assolutamente sì. A volte porta il nome di un figlio, o di uno sguardo che ti illumina, facendoti sentire regina, altre volte basta a lasciarti un sorriso ebete sul volto.

  16. wolfghost ha detto:

    Vero, a volte lasciamo indietro qualcosa che abbiamo pubblicato in passato senza pensare che potrebbe essere apprezzato, e molto, anche adesso 🙂 Questo scritto non ha età, può essere riletto adesso, un anno e mezzo dopo la prima pubblicazione, ma se fosse ripubblicato tra cent’anni… sarebbe sempre attuale, perché no? 😉
    Mi è piaciuto, sorridevo mentre leggevo 🙂 Soave e romantico, lo definirei 😉

    http://www.wolfghost.com

    • germogliare ha detto:

      Le ultime cose che ho postato erano un pochino pesantucce, quindi ci voleva leggerezza, e questo racconto mi è sembrato giusto 🙂 Non penso molto a cosa possa piacere a chi entra nel mio blog, egoisticamente e presuntuosamente, fai te, la considero la mia casa per cui, prima di ogni cosa la sistemo, l’arredo, per starci bene io. Certe volte ho la necessità di tirar fuori un pezzo dal baule, magari come una coperta di Linus. E forse è questa lealtà che chi si ferma qui percepisce…. Tra cent’anni 🙂 anche io trovo che sarebbe attuale, come tutte quelle cose vere che raccontano dell’uomo. Non per qualità nelle forma, ma perché come sempre, la testimonianza di un amore non ha tempo 😉 Baci

      • wolfghost ha detto:

        “Tra cent’anni 🙂 anche io trovo che sarebbe attuale, come tutte quelle cose vere che raccontano dell’uomo”… è proprio ciò che intendevo 😉
        Certo, fai bene a scrivere ciò che vuoi scrivere e non ciò che può piacere a questo o a quello, anche perché il mondo è vario e tutti non si riuscirebbero comunque ad accontentare 😉

        http://www.wolfghost.com

  17. massimolegnani ha detto:

    incantato, mi viene solo da dirti continua a sporcarti le mani
    ml

  18. il barman del club ha detto:

    c’è tanta poesia in questo tuo scritto che lascia trasparire tutta le tue emozioni in un andirivieni di parole e silenzi. Mi ha ricordato una poesia che mi aveva dedicato mia moglie, che ora ti rigiro non per tirarmela, ma per condividere quel momento intermedio fra la parola e la parola successiva, dove l’assenza di suono è musica anch’essa…

    CON LO STESSO RITMO
    Comprendo
    quando mi sei vicino
    anche se non parli,
    anche se non sento
    il profumo dei tuoi capelli
    o la malinconia di un tuo sorriso.
    Talvolta
    in quei lunghi silenzi
    in cui intessiamo
    i nostri colloqui,
    la nostre anime
    si parlano
    con lo stesso ritmo.
    (Gabriella Melis)

    Ciao… un salutone !

    • germogliare ha detto:

      “Balzava nella barca e remava fino in mezzo al lago, poi tirava fuori un libro di viaggi, si lasciava cullare dal moto delle onde, leggeva, si sognava lontana, in luoghi stranieri dove sempre trovava l’amico suo, al cui cuore ella era pur sempre rimasta vicina, com’egli al suo.” Le affinità elettive. Goethe

      Grazie! e tu sai quanto… un abbraccio a te e a lei, che tanto, c’è.

  19. penna bianca ha detto:

    ma che bello! complimenti davvero.

  20. gelsobianco ha detto:

    Per te, cara A

    “così ti amo perché non so amare altrimenti”
    Che verso splendido!
    Che assoluta verità!

    Ti sorrido
    A

    da Il Fromboliere Entusiasta
    XVII sonetto

    Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
    o freccia di garofani che propagano il fuoco:
    t’amo come si amano certe cose oscure,
    segretamente, tra l’ombra e l’anima.

    T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
    dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
    grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
    il concentrato aroma che ascese dalla terra.

    T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
    t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
    così ti amo perché non so amare altrimenti

    che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
    così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
    così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
    (Pablo Neruda)

    • germogliare ha detto:

      Neruda!…grazie…
      un sorriso

      • gelsobianco ha detto:

        questi sono versi che mi colpiscono particolarmente.
        hanno bellezza e verità.
        ecco perchè li dono a te, cara A, che conosci l’amore e… riesci a comunicarlo, nelle sue molteplici emozioni, in questo modo così immediato e profondo contemporaneamente.
        ti abbraccio
        A

  21. Egle1967 ha detto:

    Non avevo dimenticato questo post…forse perche’ , proprio nel periodo in cui l’hai postato , avevo provato le stesse cose..e trovarle scritte in questo modo, mi ha aiutato a definirle..quelle mani che porgono ciliegie, e l’attesa a parlar di tutto e la mia brama di vivere.
    Ecco…ora torno a riviverle!
    Baci

    • germogliare ha detto:

      Per me, per te e qualcun altro che mi chiedeva un pensiero di amore leggero ma infinito… e questo è per sempre, fuori da ogni promessa sancita dall’uomo. Buonviaggio e vai fino in fondo al viaggio. (ci sono le ciliegie di luglio, una meraviglia!!!).
      Bacieabbracci

  22. luceombra76 ha detto:

    Come sei viva, come sei bella bambina e donna innamorata…
    La magia della fretta è l’intensità del momento mentre il bello è che per amare non serve nessun perché…
    Grazie di aver condiviso questo inno alla vita, ti abbraccio ^____^

    • germogliare ha detto:

      Accade che ci troviamo di fronte a noi il riflesso della nostra anima (almeno una parte e almeno in quel momento), e che il tempo come per magia si fermi. La vita continua, si percepisce nell’aria, ma le ore sono sospese, ci regalano ciò di cui abbiamo necessità allora. Ed è tutto reale perché la pelle reagisce alle emozioni 😉
      Baci e abbracci

Scrivi una risposta a bakanek0 Cancella risposta