Certe persone sono eccezionalmente brave a lasciarsi vivere, e a cercare di non ascoltare pur percependo il suono della nostra voce; ne hanno voglia?! coraggio?! e poi, capiscono il giusto senso delle nostre parole?
Nascondersi dietro al quotidiano vivere, a volte lamentandosi, a volte accennando un sorriso, è la via più semplice per proseguire senza farsi notevolmente male. Quando, conoscendo già il male vero, ne siamo stanchi e allora per paura di ricascarci negli errori, preferiamo la sterile pace del futuro, alla trasgressiva felicità del momento. Accontentandoci di pacati istanti felici, accompagnandoci a figure che con noi si muovono su passerelle composte di concretezze scontate. E siamo ripagati così, di ogni sacrificio alla gioia che si incolla all’anima e si accende sulla pelle, alterando con sbalzi calorici il nostro sangue; guadagnandoci quella qualità di pelle distesa che vive 365 giorni l’anno alle medie temperature. Per poi nell’intimità avvertire dolorosamente la mancanza della sensazione di caldo e di freddo distinti.
Foto by Gerald Larocque www.geraldlarocque.com
Nessun sangue che sappia di germogliare, delle foglie che cadono, raccoglie il solo colore, autunnale…
…rosso porpora
La percezione acuta delle temperature sentite misura il nostro desiderio di conoscersi attraverso lo sguardo dell’altro, e quindi dipende dalla capacita’ dell’altro di restituirci quell’immagine di cui abbiamo bisogno per sentirci accolti, stimati ed amati…quando questo diventa conosciuto, si puo’ vivere di serenita’ e di complicita’ che si rinnova nel gia’ conosciuto come riconosciuto….se non si riesce a distinguere più le diverse temperature forse e’ solo perche’ manca la stima, la fiducia, e dunque l’amore, io credo…la quotidianita’ non dovrebbe mai essere scontata, nulla lo e’ e se si vive con questa consapevolezza ogni cosa diventa piacere nel trovarla o ritrovarla
Egle, non pensi invece che a un certo punto, quel non distinguere le diverse temperature sia un “non” volerle sentire, per apatia, noia, svogliatezza. La temperatura mite garantisce una controllata stabilità, come il cibo che lo si riscalda alla media temperatura, così ci si accontenta degli avanzi riscaldati. La preparazione di un piatto “nuovo” richiede la “giusta” temperatura: caldo o freddo…
Parli di mancanza di stima, fiducia, io invece parlerei di mancanza di coraggio, mancanza di pretendere per sé il meglio, in ambo i sensi, per entrambi gli individui. Giusto! nulla dovremmo dare per scontato, la mite quotidianità dovrebbe essere la conquista di un rapporto in cui caldo e freddo sono il tramite, a prescindere, ma distiguibili comunque e sempre. Fuoco e ghiaccio per te!
Eppure non riesco a dare un’accezione negativa alla locuzione “lasciarsi vivere”. Se guardo fuori vedo la felicità negli esseri che si lasciano attraversare dalla vita che li sorprende e li sospinge. All’opposto mi pare tanto negativo “sforzarsi di vivere”.
La felicità…?! Punti di vista…è un concetto talmente Grande che non riesco a identificarlo nei soggetti che si “lasciano attraversare dalla vita”. Certe conquiste per me richiedono sacrificio, e la felicità lo richiede.
condivido in gran parte, speso io sopravvivo, ma non vivo
ho apprezzato particolarmente questa parte
…Quando, conoscendo già il male vero, ne siamo stanchi e allora per paura di ricascarci negli errori, preferiamo la sterile pace del futuro, alla trasgressiva felicità del momento…
ti si legge sempre con molto piacere e interesse, un caro saluto
spero tu condivida i concetti ma non l’azione di “sopravvivere”… per la sterile pace del futuro….
Dovremmo credere che per la felicità non ci sono pegni da pagare.
sempre un piacere per me incontrarti, un abbraccio
ogni giorno ci richiede coraggio. la sopravvivenza compresa! si sopravvive costruendo a piccoli passi, la VITA.
“costruendo”, dici bene, non lasciandosi andare.
La biologia è meno impegnativa della vita, è vero.
Nel tiepido non si sta male, è vero.
Ma nemmeno bene, però.
L’uno non dovrebbe escludere l’altro ma l’uno dovrebbe essere essere il mezzo per arrivare all’altro. Biologia/vita o caldo/freddo:tiepido.
“Amate una ragazza con tutto il vostro cuore e baciatela sulla bocca. Allora il tempo si fermerà e lo spazio cesserà di esistere.” Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger (1887 – 1961), fisico e matematico austriaco.
E’ quell’ “a volte lamentandosi” che non va bene.
Non ci si deve mai lamentare.
Ciao : )
Hai trovato l’arcano! (che si nasconde nella propria coscienza, chi ne ha lo trova più facilmente)
Ciao : )
Dici bene. Certe volte bisogna impegnare tutto l’ingegno, per riuscire a far sì che le cose accadono e scorrano mentre noi stiamo semplicemente a guardare.
Un caro saluto a te.
L’impegno dato regala riposo meritato (goduto).
Saluti e baci
Cavolo…sono una doppia stordita…non trovo dove clikkare per seguirti via mail!!
?!..dovrebbe apparire qualcosa quando commenti, sotto, come da te…
Ci riprovo!!!
Certo è più facile vivere sottotono. Che palle quelle persone lì. Che poi capita un po’ a tutti, dipende dai periodi e dall’energia che abbiamo. Però viverci sempre è un non vivere.
Un saluto!
Dipende dall’investimento e dalle aspettative che un individuo considera per il suo futuro. Il problema non è tanto in “oddio che piattume”, quanto invece nel lamentarsi di quella vita piatta, insita in una scelta consapevole.
Ciao
Mi compare avvisami su commenti a questo articolo ma non avvisami via mail su nuovo post 😦
🙂 accontentata, vai sulla barra a dx, distrattamente avevo evitato l’opzione.
Fattooo! Grazie!
ma per conoscerne la mancanza devi avere ancora un millimetro almeno di pelle per avvertire le differenze di temperatura… o almeno averlo avuto, e conservarne memoria… forse in fondo siamo tutti vivi. Ancora…
Sono convinta di questo. E che ogni singolo individuo dovrebbe crederci…basta mettersi alla prova una volta…ri-provarci.
un pensiero consolatorio… come qualcosa di caldo, appunto…
Personalmente credo nel “vivi e lascia vivere”, ovvero, è bene cercare di svegliare chi si è incanalato in una via che riteniamo errata (a torto o a ragione che sia), ma se chi l’ha fatto ha agito deliberatamente, scegliendo (di nuovo a torto o a ragione) la strada che preferiva… bé, chi siamo noi per pretendere che cambi? L’unica cosa che possiamo ragionevolmente fare è dare la nostra opinione, e poi, in mancanza di “risposta”, decidere se procedere o meno oltre.
Ognuno è artefice del proprio destino, o, se preferisci, non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.
http://www.wolfghost.com
Assolutamente sono con te.Ognuno trova il piacere dove può. Ma, quando la questione riguarda il nostro coinvolgimento, in modo diretto o indiretto, ci troviamo cioè a subire l’apatia altrui, bé, diventa fatto anche nostro (solo allora però). E, come dicevo precedentemente con Scudiero e Uovadigatto, è il lamentarsi con chi ci è vicino che fa diventare un fattore semplice, complesso.
Io, per me, mi faccio un tè bollente col rum, quando fa freddo. E se non basta,allora mi arrabbio per qualcosa, di solito con me stessa. Mi scaldo un po’ e ricomincio. NOn è un granchè, ma almeno ci provo…
Lasciarsi vivere somiglia un po’ al vedersi morire.
la vita è un vedersi morire, se ti sai guardare. Perchè la morte mica è un’idea. La morte è una realtà.
intanto se ti sai guardare Vivi, e vivi pensando che quando la morte arriverà ti troverà preparato.
nel lasciarsi vivere hai la possibilità ancora di cambiare, nel vedersi morire sai già come andrà a finire
“Nascondersi dietro al quotidiano vivere, a volte lamentandosi, a volte accennando un sorriso, è la via più semplice per proseguire senza farsi notevolmente male”
no… io mi farei molto male in questo modo. lo so bene.
…e, poi, se qualcuno vuole stare così… almeno senza lamenti, per favore!
“Quando, conoscendo già il male vero, ne siamo stanchi e allora per paura di ricascarci negli errori, preferiamo la sterile pace del futuro, alla trasgressiva felicità del momento.”
io non preferisco la pace sterile del futuro. è lo “sterile” ad incutermi paura.
io lotto per sopravvivere e vivere… anche se ho già incontrato il “male vero”.
voglio conoscere la felicità del momento che può essere di differenti tipi.
se conosco i miei errori, tento di evitarli, ma non a costo di adagiarmi in un qualcosa che vita non è, secondo me.
ho dato alcune mie risposte a ciò che maggiormente mi ha colpito del tuo interessante post.
il tiepido, evidentemente, non è il mio clima.
grazie.
gelsobianco
fotografie davvero eccezionali.
Ma sai, il tiepido ci deve pur essere, considerando che, come il riposo dopo aver lavorato se ne ha necessità. Non possiamo pensare di vivere tutto alle massime temperature. E’ il precluderci delle possibilità eventuali, alternative al tiepido che, secondo me è sbagliato. E il lamentarsi poi…Uhhh. Triste il non fare per paura di fare.
grazie a te, sorrisi
“E siamo ripagati così, di ogni sacrificio alla gioia che si incolla all’anima e si accende sulla pelle, alterando con sbalzi calorici il nostro sangue; guadagnandoci quella qualità di pelle distesa che vive 365 giorni l’anno alle medie temperature”. Oppure il contrario ….sapere che sarebbe tutto più semplice se avessi imparato a sopravvivere ad una temperatura costante ma la vita non me la’ha insegnato e continuo a vivere di caldo e freddo, piangendo e ridendo stando male e invidiando gelosa chi sa aspettare… Felice di averti letto, belli i tuoi temi e anche il tuo esprimerti.
Imparare a sopravvivere ad una temperatura costante, non credo sia una grande conquista, vivere lo è, avere la capacità di attraversare il caldo e il freddo con le dovute “emozioni”, riuscendo a concederci il “sussulto” atmosferico coscienziosamente, ridendo e piangendo anche contemporaneamente, ma non è restando a guardare, aspettando, che conquistiamo quella gioia che irradia il volto e distende la pelle.
Felice di incontrarti e di condividere i miei pensieri con te. Grazie!