Ovidio – Le metamorfosi
Libro OttavoGià, rischiarando di bagliori il giorno, Lucifero aveva
disperso le tenebre: cadde l’Euro e umide si alzarono
le nubi. Un placido Austro permise a Cèfalo di prendere
con gli uomini di Èaco la via del ritorno e di raggiungere,
prima del tempo, il porto a cui tendevano, col favore del vento.
(…) Dedalo, insofferente d’essere confinato a Creta
da troppo tempo e punto dalla nostalgia della terra natale,
era bloccato dal mare.
“Che Minosse mi sbarri terra ed acqua,”
rimuginò, “ma il cielo è pur sempre aperto: passeremo di lì.
Sarà padrone di tutto, ma non dell’aria!”.
(…) Dispone delle penne in fila,
partendo dalle più piccole via via seguite dalle più grandi,
in modo che sembrano sorte su un pendio: così per gradi
si allarga una rustica zampogna fatta di canne diseguali.
Poi al centro le fissa con fili di lino, alla base con cera,
e dopo averle saldate insieme, le curva leggermente
per imitare ali vere. Icaro, il suo figliolo, gli stava
accanto e, non sapendo di scherzare col proprio destino,
raggiante in volto, acchiappava le piume che un soffio di vento
sollevava, o ammorbidiva col pollice la cera
color dell’oro, e così trastullandosi disturbava il lavoro
prodigioso del padre.
(…)”Vola a mezza altezza,
mi raccomando, in modo che abbassandoti troppo l’umidità
non appesantisca le penne o troppo in alto non le bruci il sole.
Vola tra l’una e l’altro e, ti avverto, non distrarti a guardare
Boòte o Èlice e neppure la spada sguainata di Orìone:
vienimi dietro, ti farò da guida”. E mentre l’istruiva al volo,
alle braccia gli applicava quelle ali mai viste.
(…) E già s’erano lasciati a sinistra
le isole di Samo, sacra a Giunone, Delo e Paro,
e a destra avevano Lebinto e Calimne, ricca di miele,
quando il ragazzo cominciò a gustare l’azzardo del volo,
si staccò dalla sua guida e, affascinato dal cielo,
si diresse verso l’alto. La vicinanza cocente del sole
ammorbidì la cera odorosa, che saldava le penne,
e infine la sciolse (…)
“Icaro!” gridava,
“Icaro, dove sei?” gridava, “dove sei finito?
Icaro, Icaro!” gridava, quando scorse le penne sui flutti,
e allora maledisse l’arte sua (…).
La teoria del volo – The theory of flight, regia di Paul Greengrass
Nick Drake – Fly – Album: Bryter Layter
Cosa posso dire? una meraviglia, come al solito.Quanto alle immagini che hai scelto…mi incantano.
Il testo di Ovidio è senza tempo sta bene anche con l’arte contemporanea, e ogni frase ti conduce a tanti ragionamenti. La volontà a provare a volare è quella che ho preferito raccontare.
Un saluto
Straordinaria, la sequenza che hai creato, germogliare.
Testi ed immagini, video e musica.
Una meraviglia…
(esageratooo) …il film vale la pena vederlo, è molto interessante com’è strutturata la storia (il paesaggio poi…).
Immagine da restare a bocca aperta! Complimenti!
il volo è il volo…altrimenti che volo è?! 🙂
Una meraviglia!
Hai saputo creare qualcosa di unico… con i testi, le immagini, il video e la musica.
La voglia di volare…
(anche per lei che aveva ben poco da vivere!)
Sono senza parole…
Un inchino per te!
gb
sin da piccola ho sempre amato questo testo………..complimenti per le foto
il mio di Icaro!…quanti sogni ci ha regalato.
Un sorriso
Il testo di Ovidio è incredibile!
Devo rileggerlo.
Ogni tanto è bello farlo.
Tu sei bravissima!
Te lo scrivo ancora… anche questa notte!
🙂
gb
Ero tentata di riportarlo tutto intero il pezzo, poi ho pensato che vedendo l’estensione, non vi sareste neanche fermati a guardare le immagini…e invece…non credevo che Ovidio piacesse tanto.
Saluti e baci 🙂
Vengo a trovarti presto!
gb
Un abbraccio.
si può anche…”lievitare”, è una rincorsa al volo, ma in verticale..lo sai vero?
ci hai mai provato…tu? 😀
Provato?!…ci continuo a provare, sempre, anche oggi ho fatto un tentativo, ma ahimè i risultati sono scarsi…non mi arredo, chi la dura la vince…o no?! 😉
lasciarsi cadere verso l’alto—
-un volo all’infinito
Reblogged this on delloltreuomo.
Henri Matisse, Icaro
L’idea di volare, di oltrepassare i confini della natura umana, è da Icaro in poi, il segno della capacità di sognare, di ambire sempre verso nuove mete, nuovi spazi, anche a rischio della propria pelle. Credo in fondo che rappresenti questo il mito di Icaro; il sogno è più forte di tutto e perseguirlo con passione e decisione ci distoglie da qualunque altro pensiero, anche quello dell’incolumità!
Andare… oltre… oltre i nostri limiti di esseri umani… senza preoccuparsi di nulla.
Andare oltre…
Elena Arzuffi
Lois, sì, trovo che sia giustissimo il tuo pensiero e il finale del Barone rampante, che adoro, rafforza ciò che dici.
” L’agonizzante Cosimo, nel momento in cui la fune dell’ancora gli passò vicino, spiccò un balzo di quelli che gli erano consueti nella sua gioventù, s’aggrappò alla corda, coi piedi sull’ancora e il corpo raggomitolato, e così lo vedemmo volar via, trascinato nel vento, frenando appena la corsa del pallone, e sparire verso il mare…”
Un saluto
Il Barone rampante è quel qualcosa che è sempre in me!
gb
Altro post incredibile
Chapeau