Lei sapeva di non aver ricevuto mai dichiarazioni d’amore da lui, le chiesi più volte conferma. Tuttavia Estella non è una che vive di disincanti, Estella sa di essere e di poter avere, per lei una cosa è sua se lei ha deciso di averla. E lui era suo già al primo sorriso di compiacimento, al primo sguardo d’intesa, ancora quando lei era per lui solo un desiderio nella mente e nella pancia, quando il primo pensiero di quella femminilità evidente animava i suoi pantaloni. Estella presentiva il piacere da lei condotto. Estella sapeva di non essergli indifferente e aveva deciso che sì, lei sarebbe stata la nuova donna per lui e lui il nuovo uomo per lei. Dopo il passato, loro erano la coppia del futuro (considerando il presente che già era, per lei). No, non c’erano state promesse dichiarate. A Estella non servivano.
“Ma ti aveva mai detto -Ti amo-? Ti aveva fatto promesse?”
“Non capisci!!!…allora, cosa vuol dire?! Non mi aveva chiesto ancora di vivere con lui, no, però, in fondo mi cercava, mi desiderava. E questo non indicava nulla, non bastava a significare?! Non è forse questo che fa essere coppia? ”
Estella Estella, non risposi evasi la domanda passando per sciocca, forse stupida. Così lei continuò.
“Oh! Si vede che tu non conosci certe dinamiche della coppia. Mi amava, lo so, e mi ama ancora, è solo un coglione, un invertebrato che non sa prendersi ciò che vuole, perché nella sua vigliaccheria gli costa meno tenersi questa vita insipida, fatta di fughe nel lavoro che lo escludono dalla realtà viva; e tenersi quella là, che è una donna insignificante, bruttina, lo fa stare più tranquillo. Con me si mette agitato, sa che si girano a guardarmi, che sono desiderata. Lui è un possessivo”
“ Ma l’hai vista?” le chiedo.
“No! Certo che no, ma mi sono informata, mi sono fatta un’idea, hanno detto che non è un granché, una banale, bassa e grassa… ecco, diciamo più o meno, come te”
Ecco, diciamo… eh, sì. Rido! Bene (allora io sarei bassa e grassa), vabbè. Estella Estella, che la galanteria fosse per te a senso unico lo avevo capito da qualche tempo, però, cazzo, potevi essere più discreta, almeno con me.
“Pazzo, pazzo, un criminale, che mi cerca esclusivamente per uno sfogo sessuale, che mi usa per il suo piacere, e poi scompare e ricompare a suo piacimento, per propria necessità. Mi fa Maleee! Mi usa, assoggettandomi al suo Volereee, io succube del Suo Volere… Sono ricorsa a un terapeuta, gli ho raccontato tutto e mi ha detto che quest’uomo è da curare. Te lo dicevo che questo ha problemi con la madre, non risolti, poi con la moglie e così le altre storie, gli altri rapporti. Io, io solo sono diversa da tutte le altre e lui lo sa, sa che con me può avere il riscatto, solo io gli posso garantire il salto di qualità, ma è un codardo, vuole e non riesce. E’ quella donna la causa, è lei che fa la vittima e non si fa lasciare. Anzi, lui è vittima di lei. E’ quella la pazza”
Anche questa novità adesso, cazzo, quali colpe ha l’altra?! Che non sa e non deve sapere, mai. Sono esterrefatta, non so cosa pensare più. Urla, urla Estella, urla con rabbia, non sente nessuna ragione che sia estranea alla sua logica. Tutti sono pazzi, nessuno capisce. Tutti usano qualcun altro, conseguentemente, a staffetta come a inseguire una linea verso di lei, per giunta vittima adesso, e… lei sola, là che soffre, incompresa del suo male. Lei usata e abbandonata. Vede solo se stessa, unico centro. Estella che non accetta la realtà della sua partecipazione a quel caos, le azioni compiute da lei, secondo lei erano pilotate da lui. Cazzo! Ora, considerando Estella una donna di grande intelligenza e capacità comunicativa, furba, tanto, io mi sentivo inconsciamente presa in giro, per questo, oltre a cercare di digerire ciò che lei mi vomitava addosso riferendosi a lui, scrutavo segnali che potessero chiarirmi la posizione reale di Estella. Mente a me o a se stessa? Oppure ci sono ancora altri particolari che mi sfuggono?
Complicata Estrella. O troppo semplice …
è una primadonna (così crede)
Aspirante realizzatrice in corso d’opera semi-astratta..
…dici bene. E con grandi aspettative
Un pò di tranquillità…mai, eh…
Le grandi dive non hanno mai vita tranquilla
Mi pare davvero un po’ troppo sicura, ma mi sta simpatica.
Sicura?! non so quanto. La trovo egocentrica, molto. Se fosse sicurezza la sua vivrebbe in pace e non con tanto tormento. Ma sa essere anche molto simpatica
Mi sta simpatica perchè non è perfetta. E’ umanamente imperfetta. Quindi verosimile, probabilmente sarebbe una persona vera. Vive istintivamente, il che le rende merito, perchè non mi piacciono le persone calcolatrici. 🙂 E’ un bel personaggio, via! 🙂
Estella è una donna che vive la sua vita e la sua femminilità, ostenta la sua grazia e forza, ed è capace di prendersi ciò che vuole, distaccandosi da ciò che le accade non volutamente. L’isterismo le è dovuto, lei si protegge. Forse proprio da lei dovremmo imparare qualcosa 😉 (magari il disincanto e il volere per sè).
Abbracci
la leggiamo… e impariamo, allora. 🙂
“Mi desiderava, e questo non fa già sentir coppia?” Quante volte l’ho pensato. Ho capito che non è così. Ma è vero che tanti altri ingredienti alchemici fanno si che l’intruglio riesca o no.
E la maggior parte delle volte, più che di un amore, si scopre che si trattava di un calesse.
Col senno di poi…. E’ così difficile conoscere la ricetta giusta per fare di una storia la propria pietra filosofale. Quando il desiderio di trovare la felicità acceca la nostra vista è più facile prendere delle belle cantonate.
Eh..certo che metti alla prova con i commenti tu 🙂
Come dire, non sono nessuno, ma ho la sensazione che le tue dita girino a vuoto qui. Fai attenzione agli stereotipi, i “cazzo” del narratore, insistere sulle dinamiche lui-moglie, il discorso diretto che a tratti ha il tono di una telenovela.
Sai scrivere, utilizza la bella sensibilità visiva e il lessico che hai per far tirare le fila dei sentimenti di Lei al narratore. Estella la devi “mostrare”, invece, la devi “far accadere” nei gesti, nelle posture, non tanto in quello che dice.
E’ solo un punto di vista, brava comunque
A
Scusa ma non capisco quando dici “” …ma ho la sensazione che le tue dita girino a vuoto qui”. ?!
Ero molto molto indecisa se postare questa parte del racconto, proprio per i dialoghi e il linguaggio popolano dell’io narrante ma la storia mi viene così, ed è come una telenovela. Non lo è proprio la vita in certe dinamiche?
I personaggi si mischiano si accapigliano e irrompono con le esternazioni povere dettate dall’impulso e dalla confusione. Si parla di Estella e in realtà è proprio l’io narrante il protagonista, tutto segue perché arrivi a esternare il suo coinvolgimento involontario nella storia, la differenza tra loro.
Grazie grazie per la tua attenzione.
Abbracci
A
Scusa. Sono abituato a lavorare sui testi, a cominciare dai miei, scrivo e riscrivo, dopo aver fatto decantare, più volte. Ciò che viene in prima stesura spesso è assai diverso dall’ultima versione. Si scoprono mondi 🙂
🙂 il blog, almeno per me è un laboratorio dove mi metto alla prova e mi confronto con i passanti. Cosa sarà di certe storie dopo non è da sapere adesso. Come questo confronto porterà a farmi riflettere sul seguito del racconto 😉
Perfetto, un Lab. Consiglio: mira in alto, da subito. Impara a fare l’analisi dei clichè, almeno dei maggiori. una buona scrittura non dice niente, se si appoggia sui luoghi comuni. Faccio un banale esempio: il “cazzo” come intercalare è troppo abusato.
Perfetto! Sorrido.
Per l’intercalare, arisorrido, sapessi quanti altri ne ho taciuto, per immedesimazione.
😀
Ahah! Anche io sono saltata sulla seggiola, per l’intercalare… dopo il ‘grassa e bassa’… mi son sentita ancora più coinvolta, questa volta nella voce narrante :D!
Mi interessa il commento di ALGBR a proposito del discorso diretto; io di solito scelgo i libri anche per la quantità di dialoghi: prediligo le quasi sceneggiature a quelli descrittivi (a parte i diari di viaggio, ma anche lì amo le storie); ma è vero che mi piace quando i personaggi si rivelano per come si muovono e quel che fanno. Insomma, qui c’è un miscuglio che si fa toccare, un po’ come una foto tridimensionale, sporca. La vita.
Ripeto, sono stata molto indecisa se postare o meno questa parte del racconto, fino a poco prima, lavoce narrante raccontava di lei e delle sue intimità, ma la storia si evolve e viene il momento in cui si rivela il coinvolgimento della voce narrante. Se, con garbo si era tenuta a margine nell’osservare dall’esterno, come poteva non “esplodere”, venendo coinvolta nel suo personale. Della serie: ho la pazienza di ascoltarti e sopportarti, ora mi fai passare pure scema? no! Perché, credo non ci siano colpevoli o vittime in un rapporto in cui il piacere e l’ambiguità vanno a braccetto. Mentre, le persone affette da egocentrismo, spesso non sanno cosa sia l’assunzione di responsabilità. E quindi, questo pezzo chiedeva una voce da popolana.
Vedi che brava che sei? il coinvolgimento dei lettori -anzi, della lettrice: me- si sposta dall’immedesimazione con Estrella a quella della voce narrante, che è sempre meno voce. Aspetto con impazienza la prossima ‘puntata’!
Non ho ancora avuto il tempo di leggere questo tuo post, cara.
Lo farò!
Mi interessa molto.
gb
ti copioincollo tutto il racconto, così non perdi il filo 😉
Oh, grazie, mia cara!
Io non credo di perdere il filo…
Quando qualcosa mi interessa…
gb
Ti sorrido
Non ho mai troppo tempo purtroppo!