Un ti amo, gioie sparse e soffi di gelo

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E poi ci sono quei giorni in cui il vento freddo dell’inverno arriva a bussare ancora una volta alla porta, si manifesta di là dai vetri, le cime degli alberi e le foglie delle palme costrette a curvarsi, si dimenano al suo volere.  Ma tu stai dentro, tant’è che non ti frega molto di ciò che avviene fuori, almeno oggi puoi stare in casa. Le spalle e le dita delle mani non ne vogliono sapere di scaldarsi, sarà per quella febbricola che persiste, eppure ti senti bene, hai stampato un sorriso leggero sul viso. E si riscalda la schiena con il calore della legna che arde nel camino, e va meglio, mentre il profumo del minestrone che bolle, invece, entra dalle narici e compensa il resto, sì. A te basta poco per supplire lo sbalzo dato dalle temperature.

Febbraio, è un mese che non hai mai amato molto, è lì, in coda (tu inizi l’anno con la primavera), corto e gelido, che si porta dietro gennaio dalle feste andate e anticipa marzo, il tuo mese. Il mese di un germogliare certo, con il sole timido a bussare ai vetri e posarsi sulle superfici delicatamente, anche quando una nuvola prova a ingrigire il cielo, lui ritorna sempre, sicuro. Ma questo febbraio lo ricorderai per tutta la vita.  Lo stai amando. E anche se odi il freddo, mettere maglioni e giacconi, poiché rendono goffi, in questi giorni lo fai volentieri, per uscire e rendere ogni momento disinvolto.  Ridare con garbo ciò che questo cielo ti regala.

E non ti spieghi, in un susseguirsi di buonecose, ogni tanto, appena questa notte, come tornino gli spiriti a soffiarti gelo nell’anima, per provare ad allontanarla da te. E si ripete quell’angosci a volerti svegliare e correre via, da lui, che ti aspetta, lo chiami ma non ti esce il fiato, resta intrappolato nei polmoni e la paura invece è bloccata nella pancia e tremi e ti agiti, cercando di alzarti da quel letto di solitudini sparse. La voce no, continua a restare strozzata in gola, lo chiami ripetutamente ma lui non può sentire è troppo lontano, allora provi ad allungare le mani a cercarlo a croce per farti tirare via, portarti con sé, il pensiero e il desiderio a volte possono.  Al risveglio sai che non sono questi i timori che potrebbero bloccarti ora, paghi solo il pegno delle piccole gioie di ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora e prima prima ancora; e anticipatamente per ciò che è a venire.

Gioie.

In una sera si realizza un sogno perdurato dieci anni, un lavoro che qualcuno definì utopistico, te lo ritrovi controfirmato più volte, tra le mani. Non scatti foto in quel susseguirsi di momenti storici, non puoi e non vuoi, hai necessità di registrare ogni azione e sensazione, esclusivamente con il tuo essere, non hai l’esigenza di lasciare testimonianze d’immagini, una foto che ricordi ad altri cos’è stato è puerile. Tu eri lì, ed era il tuo momento e non eri sola. Passi oltre l’azione che blocca un click, non ci sarebbe stato mezzo capace di catturare ogni respiro di comunione, all’esterno ritorna la felicità che traspira dalla rilassatezza della pelle del tuo volto; il sorriso che è un tutt’uno con la luce dello sguardo e il tono della voce che sa di felicità.

E poi si aggiungono le intonazioni altrui, di chi ti cerca perché con te deve condividere la propria, di felicità, tu sai ascoltare, dicono. E ti rivelano di una giornata d’amore, una a settimana, quanto basta per vivere sei giorni. E sorridi ancora, sapendo che belle donne di 40, 50 anni e più si raccontano come piccole adolescenti.  Mischiando nelle chiacchiere sull’amore che fa tremare le ginocchia e toglie il sonno, anche il vivere che è gestione di responsabilità, l’essere madre, dare amore senza aspettarsi nulla in cambio. Invece? Eccovi, pazienti, arriva inaspettatamente il bacio di un figlio e un’altra gelata è sciolta. E l’amica dorata, che la vedi, accolta in ovazione mentre presenta il suo libro, e un coro canta per lei poiché è lei tutta, un coro di emozioni, e le trema la voce all’amica dorata, mentre legge e ringrazia, che al pensarci ti cadono due lacrimoni. Proseguono le giornate, s’incastrano le ore, altri pezzi di storie si ritrovano a introdurre; una donna che si occupa di tramandare la memoria delle donne attraverso l’arte contemporanea; giovani uomini che hanno fatto, unico scopo del loro lavoro, il problema d’identità della gente di confine.  Tieni i fili, stretti, non mollerai nulla. Ti senti indispensabile, sai che con te hanno un motivo in più per credere e continuare, gli ideali vi accomunano, ahimè, anche la testa dura. Adesso, qualcuno si scrive le tue battute e ti chiede di poterle fare sue, mentre tu, seduta al tavolino del bar, quasi mandi di traverso quel bignè alla crema. “Ma, dai!… fa ciò che vuoi, se ti fa piacere”.

Lui, dice che la febbricola sarà colpa dell’ansia, dice che la lontananza non aiuta a farti capire ciò che gli sta accadendo, mentre tu non puoi fare altro che dirgli che ci sei. Non gli dirai mai quanto sei preoccupata, ai pensieri che ingarbugli, disordinatamente nei giorni, provando a ipotizzare consigli, che restano senza voce come quando lo chiami di notte.   La tua mano è pronta a farsi afferrare, la tua voce può ascoltarla se spegne i rumori che lo circondano.  “Ti amo”, arriva come una stella cadente, rara ma luminosa e si alterna al “Mi manchi”, tanto possono bastare a farti riporre questo febbraio come un mese di calda primavera.  Marzo arriverà presto, porterà lui? Chi lo sa!

Monsieur Periné – La Playa

Foto dal web

Informazioni su germogliare

Io mi ricordo di ieri. Vigorosamente penserò a domani, alla gioia condotta da un giorno nuovo. Io mi nascondo dietro al bianco e nero. Minuziosamente raccoglierò le sfumature dei colori, per farne scorta. L’anamnesi mi appaga e mi strazia.
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46 risposte a Un ti amo, gioie sparse e soffi di gelo

  1. Nicola Losito ha detto:

    Bel testo e bella canzone!

  2. penna bianca ha detto:

    ma che bello questo amore! Io l’adoro febbraio è il cuore dell’inverno ma possiede anche la leggerezza del carnevale. E poi la festa degli innamorati che è pure una cagata ma cade proprio a febbraio. Però io sono di parte. Ci sono nata a febbraio.

  3. stileminimo ha detto:

    Mi sono immersa in questa morbidezza di parole come si fa con i piumini in questi giorni di gelo; è stato bello leggerti così! Stavop pensando, però… che qui a marzo, a malapena comincia a sciogliere la neve! 😦
    Maggio è il mio mese!!! 🙂 Quello dove si ricomincia tutto.

  4. Egle1967 ha detto:

    Incantata dalla costanza del tuo sguardo di luce!

  5. gelsobianco ha detto:

    mi inchino.
    ritorno.
    ho letto troppo velocemente.
    ho colto, ma non basta!

    un abbraccio
    gb

  6. gelsobianco ha detto:

    I titoli sono proprio una tua specialità!:-)

    • germogliare ha detto:

      Cara, amo la sintesi. Il titolo arriva sempre dopo aver scritto il pezzo, lì racchiudo il pensiero totale.
      Buonecose 🙂
      Abbracci stretti

      • gelsobianco ha detto:

        Certo, cara!
        Il titolo deve essere la sintesi di ciò che si scrive nel pezzo.
        Io sono stata un’esperta di titoli… ricordi della mia prima avventura in un giornale.

        Perdonami se ho sempre troppo poco tempo.
        Venire qui e leggere velocemente ciò che scrivi è un delitto.

        Tu sai che io ritorno.

        Ti abbraccio
        gb

  7. alegbr ha detto:

    un’anima sotto la pioggia del tempo che matura, amo i pezzi sinceri come questo, che riportano le voci di un mondo che è noto solo all’intimo di noi stessi, amo la bugia che ci raccontiamo ogni volta, quello che non sappiamo del grande mare che ci bagna, delle onde che ci travolgono mentre nel mondo visibile stiamo in piedi, sorridiamo, cerchiamo di mettere insieme quel po’ di testo da declamare per gli altri alla luce del sole.
    buona primavera Ady

    A

    • germogliare ha detto:

      A., e ancora oggi è gelo. So che questa primavera arriverà presto ma sembra ancora tanto lontana. Abbiamo questo luogo di condivisione dove fortunatamente possiamo buttare dentro il nostro dire, qualsiasi, certe volte per alcuni emerge la necessità di estraniare da sé e vederlo fuori, quell’intimo più profondo, che così diviene più facile amare o allontanare. buonecose amico mio

  8. lapodelapis ha detto:

    bello leggerti. così. un cuscino di parole.

  9. falconieredelbosco ha detto:

    maggio è il mio mese ma prima spetto sempre marzo il mese che mi ha portato il mio amore, che dieci anni voleva portarmelo via ma che ancora sta con me e a marzo saranno 36 anni.

  10. laGattaGennara ha detto:

    Adoro quella panchina, anche se mi ricorda paesaggi persi, ti amo persi, febbrai persi.

  11. mitedora ha detto:

    questa è una scrittura lucida, matura, scorrevolissima. e d’anima piena!

  12. BlogPeloso ha detto:

    ti ringrazio per il liked lasciato da noi… lo ringrazio perché mi ha portato a leggere questo tuo ultimo scritto… davvero toccante. Che il tuo marzo possa portarti buonecose e ciò che desideri… io ho due pescioline in famiglia, sono Uniche! 🙂

    • germogliare ha detto:

      ringrazio io te per il post interessante, riprometto di vedere il documentario. Tramandare la memoria dell’uomo dovrebbe un impegno quotidiano di tutti.
      L’augurio che mi fai è speciale, ne ho bisogno 😉 e buon compleanno anche alle tue pescioline. Magari loro non soffrono di sbalzi atmosferici come me 🙂

      • BlogPeloso ha detto:

        sei molto gentile… hai ragione ed è un peccato vedere che invece l’attenzione è più per le cose attuali tra scandali e sanremo… grazie riferirò alle pescioline, ne soffrono anche loro :). Allora che l’augurio si avveri!

  13. gelsobianco ha detto:

    Il tuo è uno dei blog più intensi!
    L’ho scritto anche sotto.

    A presto, cara.
    Con un sorriso vero
    gb

  14. gelsobianco ha detto:

    Ho letto tutto il tuo post con un’incanto raro in me.
    Ciò che tu mi hai fatto sentire con le tue parole mi ha aiutato in questo mio momento non esattamente sereno, mi ha infuso speranza.

    Voglio tornare ad avere “il sorriso che è un tutt’uno con la luce dello sguardo”, il sorriso che è, prima, negli occhi e, poi, sulle labbra.
    Spero presto…

    Scriverti che sei brava, molto brava… è superfluo.
    Tu sei di più!

    Il mio mese è marzo.

    Grazie, cara
    Ti abbraccio
    gb

    • gelsobianco ha detto:

      scusami quel mio refuso di cui mi vergogno.
      *un incanto scritto con l’apostrofo.*

      credimi: il tuo post mi lasciato una sensazione dolce e profonda che mi ha resa più vicina a ciò che spero di avere.

      gb

  15. Elena ha detto:

    Post stupendo e canzono emozionante!

  16. gelsobianco ha detto:

    Una canzone perfettamente in tema!
    Quella fotografia… continua a restare in me.:-)
    gb

  17. Roberta Rotondo ha detto:

    😉 …. mmmmhhhhhh che febbraio !
    ma poi marzo… ti ha ri-portato LUI?

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