Il mio tempo lì

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La corrispondenza degli amorosi sensi può nascere anche tra la nostra anima e l’anima di un luogo.

Vedo un posto…. Mi soffermo. La visione momentanea, passeggera, già mi dice che lì è diverso da altrove.

Penso alla lentezza di un posto. Ai suoi ritmi. Quelli più intimi. Quel livello che è tra il reale e l’irreale, come lo stato tra veglia e sonno. Lo stato transazionale. E’ lì che cerco di collocarmi con il mio essere per acquisire coscienza e conoscenza del posto.  E. Provo a vivere quel posto con l’armonia del tempo che ne scaturisce tra me e lui. Creando un nostro, proprio intimo legame privato. Come i pensieri. Come la musica che ascoltiamo dall’interno, da noi.

Magicamente. Abbasso il volume dei rumori sordi, a volte riesco persino ad annullarli. Il suono del vento meravigliosamente riemerge e mi celebra quanta vita è nascosta tra la vegetazione, l’acqua e le nuvole. Più giù. Avvicinandomi agli scogli, il rumore del fragore dell’acqua che s’infrange mi manifesta un altro angolo di questo luogo fatto di mille luoghi. Piccole insenature. I sensi sono bersagliati da innumerevoli stimoli. I piedi toccano superfici indefinite, affondano su un tappeto fatto di ghiaia, sassi, sabbia, conchiglie, acqua… un lascivo manto di alghe. Piccoli scogli emergono dalla superficie marina, altri sovrastano la vista.

I gabbiani, visti da lontano. Un’immagine senza tempo. Eleganti. Visti da lontano. Penso che in alcuni casi, però, da vicino siano fastidiosi, non è musica per le mie orecchie! Gracchiare!Gracidare! Stridio! No! Gr,gr, srt, … mi fanno sentire freddo. Meglio visti da lontano.

La luce, quella può essere vista, ricordata, descritta, in qualsiasi modo.  Sia da vicino, sia da lontano. Sempre. La luce che emerge in un quadro di linee tra terra, mare e cielo non può mai avere una contro-indicazione di esposizione. Energia pura. Non conta quanta intensità luminosa ci sia. E’ luce anche il buio, nella notte c’è luce. La luce interiore di “quel posto” che non è un altrove. E’ lì la visione dei trabocchi illuminati di notte dal luccichio della schiuma del mare e dal chiarore della luna.  E’ solo lì.

In macchina. Un andare piano, lungo la strada tortuosa, tra tanto verde e celeste. In qualsiasi tempo. Cambiano solo le sfumature. Poi. La presenza, non sempre giustificata, dell’uomo, ha aggiunto macchie di bianco, nocciola, marrone, qualche rosso, giallo, arancio. Macchie! Alte, basse. Grandi, piccole. Belle, brutte.  Scritte, disegni, scritte, foto, scritte, bah! Non so! Macchie! Provo a cancellarle dalla mia vista. Vedo solo la vegetazione, il cielo e il mare. I trabocchi. Quelli, come ragni silenziosi fermi ad aspettare la preda. Immobili.  Sentinelle attente.

A piedi. Lungo un sentiero, non propriamente comodo, meglio così… vuol dire che è poco percorso. Se ancora c’è, qualcosa di ancor poco percorso. Comunque, almeno fuori stagione è poco percorso. Per questo, preferisco fermarmi fuori stagione. L’odore del mare. L’odore degli agrumeti. Inebria. Potrà sembrare impossibile che esistano piccoli spazi dove ancora pare che il tempo si sia fermato.  Fermato in un tempo indefinito in cui non è databile l’età.  Non è perché c’è un sapore antico. Non è perché c’è un sapore moderno. Sono gli elementi che convivono con la nostra presenza (indiscreta! ?no, se non è invasiva) a rendere lo spazio sospeso nel tempo. Come dire: stiamo bene insieme! Siamo da sempre insieme. Come se il vuoto fosse vuoto comunque o se il pieno fosse pieno comunque. L’equilibrio non si altera.

Saremmo portati a credere che una volta visitato un luogo, quello sia quanto.  Il mare è mare ovunque.  Fermandomi, ritornandoci. Nel mio tempo lì, riflettendo, ho capito che se non ci predisponiamo ad accogliere ciò che il luogo trasmette, il nostro tempo lì è sprecato. La visione del paesaggio anche visto in un video, in foto, è uguale. Tanto, noi sappiamo com’è l’odore del mare, sappiamo com’è l’odore degli agrumeti. Ma senza fermarci non sapremmo mai cosa quel posto potrà donarci.

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Io mi ricordo di ieri. Vigorosamente penserò a domani, alla gioia condotta da un giorno nuovo. Io mi nascondo dietro al bianco e nero. Minuziosamente raccoglierò le sfumature dei colori, per farne scorta. L’anamnesi mi appaga e mi strazia.
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69 risposte a Il mio tempo lì

  1. egle1 ha detto:

    e il tuo tempo è senza tempo. e ritrovo la leggerezza che comincia dal corpo.
    Si scivola in un silenzio che è colmo di un “sentire” e ti pare di star ascoltando tutti i suoni del mondo.
    E’ un esercizio del fuori e dentro. Fuori e dentro.
    E il vento confonde e i gabbiani diventano muti.
    Eppure a volte, tale immensità diventa troppo per me.
    il colmo diventa il vuoto e mi spaventa a volte.
    occorre imparare a fermarsi.
    si.
    baci –

  2. ludmillarte ha detto:

    sì, bisogna assolutamente fermarsi con la predisposizione di cui hai ben parlato tu altrimenti appunto il mare è mare ovunque, ecc. ecc.
    baciotto e buona giornata

  3. LuceOmbrA ha detto:

    Tutto ci parla anche un sasso liscio sul greto di un torrente, saper ascoltare anima e corpo e vedere la luce nel buio pesto è cosa rara. Un sorriso grande cara…

    • germogliare ha detto:

      Invece a me capita, a volte, di credere che sia una cosa comune, poi mi accorgo di cadere in errore quando facendo osservazioni personali, trovo sguardi perplessi nel giudicarmi. Buonenuove 🙂

  4. bakanek0 ha detto:

    Arriva la stagione in cui noi, indigeni, torniamo a riappropriarci del mare. Del suo ritmo sincero, arcano, dopo essersi generosamente concesso alle folle. Nel metallo argenteo dell’inverno in arrivo, splendido e intenso. Parla e canta per coloro che hanno tempo e cuore di ascoltare la storia che racconta. Cara fossette, ti voglio bene.

    • germogliare ha detto:

      Se si potesse fermare il tempo, io lo farei nel mio tempo lì, dove il sentire sa di vastità e piccolezze, di mare e granello di sabbia, di cielo e carezze, di lontananze e di affetto. Cara baka, ti voglio bene.

  5. tilladurieux ha detto:

    Germoglia Fossettis, sempre detto che i luoghi sono migliori delle persone. E quanto più son desolati e privi di umano, tanto più li amo. Li vado costantamente a cercare.
    I luoghi mi donano l’energia che gli umani mi sottraggono.
    (Se in casa non ha spazio, dormo anche con i Fossettini, che problema c’è?).

    • germogliare ha detto:

      Donna Tilla, mia cara, ri-valutare un luogo, amandolo anche nella sua anonima desolazione, perché lo rendiamo speciale con la nostra attenzione, è un’ottima azione per come vedere del meglio anche nelle persone.
      Dai luoghi bisogna saperla prenderla l’energia, non tutti lo sanno fare.
      (E’ sicura del rischio che potrebbe correre? I giganti non sono omini tanto malleabili…)

      • tilladurieux ha detto:

        Germoglia sottolineare la circostanza che non sono malleabili mi rende l’invito invitante. Io amo solo ciò che non si “mallea”.
        E’ che io ritengo che il luogo nella sua desolazione sia talmente altro, speciale e talmente super-iore che se ne catafotta della nostra attenzione. Come un dio lontano e distratto. E’ così che ne percepisco l’efficacia energetica.

      • germogliare ha detto:

        Tilla, come se non lo sapessi!!! così il piacervi.
        Ma, anche quel dio lontano e distratto, che tanto intriga e rigenera, proprio perché imperfetto, pur fregandosi dell’attenzione ricevuta non sarà più tanto desolato, perché speciale qualcuno (che non conosce invadenza).

  6. Erre ha detto:

    Quindi, invece di limitarci a respirare, dovremmo lasciarci respirare, invece di vivere, lasciarci vivere, lasciarci andare…

    • germogliare ha detto:

      In sintesi, dici bene. Accogliere e dare per ricevere…

      • Erre ha detto:

        Un po’ come declinare Erich Fromm in una chiave “uomo-ambiente-vita-luoghi”. A diciotto anni amavo Fromm, oggi meno. Molto meno. Ma c’entra qualcosa quello che ho detto? Non credo.

      • germogliare ha detto:

        Se il pensiero ti ha condotto a questa associazione vuol dire che qualcosa c’entra
        “Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d’amare”, lo dice lui.
        E saper godere di un luogo con se stessi è un buon esercizio.

  7. parolesenzasuono ha detto:

    “stiamo bene insieme”: un riappropriarsi di una reciproca appartenenza, in effetti—

    belle righe

  8. Pannonica ha detto:

    A volte, di notte, accendo una luce per non vedere.

    Antonio Porchia, Voci, 1943

  9. tramedipensieri ha detto:

    Il mare ha sempre, sempre e da sempre una riva diversa…e l’inclinazione dell’orizzonte cambia …

    ciao
    .marta

  10. Michele ha detto:

    gran bel luogo davvero 🙂

  11. Nicola Losito ha detto:

    Anch’io ho trovato un luogo dove emozioni e profumi si sono accavallati nella mia mente e nel mio olfatto. Quel luogo era il prato della mia casa di campagna mentre nasceva la prima erba da un terreno arido e sassoso.
    Nicola

  12. massimobotturi ha detto:

    dovrebbe diventarci necessario

  13. massimolegnani ha detto:

    in piena sintonia con quanto dici, la fusione con i luoghi, l’assimilarli senza modificarli, accettare le imperfezioni del paesaggio, ho in mente Peschici per esempio, guardare da poco distante la sua lingua bianca che si protende sul mare, addentare un panino sul ciglio della strada guardando ciclamini cocciuti spuntare tra rifiuti e sotto le reti a bilanciere tra la spuma del mare agitato. Sì.
    ml

    • germogliare ha detto:

      conosco bene quella terra, non molto differente dalla mia descritta qui.
      Con lo sguardo verso l’essenza del paesaggio, come ben sai, si riesce a oltrepassare il disordine visivo creato dall’uomo.
      Ciao

  14. luna ha detto:

    bellissimo post..
    Abbandonarsi semplicemente…
    E chi ci riesce più!
    Bacioni e ti aspetto nel mio ultimo post!!!!
    Luna

  15. stileminimo ha detto:

    E’ una sensazione che forse conosco, anche se tutti viviamo i luoghi in maniera diversa, intima, personale; ma credo di aver capito come ti sei sentita, forse. I luoghi ci parlano e si donano nella misura in cui noi sappiamo dare loro qualche cosa di noi, lasciando che quel qualcosa rimanga lì e faccia parte di quel posto che un po’ da qual momento ci somiglierà e in esso potremo specchiarci. Accade così con i luoghi, accade anche con le persone. Come se dove andiamo lasciassimo un’impronta, mentre i luoghi lasciano le loro impronte dentro di noi, per sempre.

    • germogliare ha detto:

      Proprio come dici te. Accade con i luoghi e anche con le persone, quella sensazione che ci fa sentire a casa in posti sconosciuti o di familiarità con persone incontrate per la prima volta. Poter mettere la mano dentro il calco e scoprire così la profondità del nostro palmo, le pieghe della pelle.

  16. il barman del club ha detto:

    Fermare il tempo… è il sogno che faccio ogni notte (o che facciamo); allora, fermarsi in tutti luoghi che s’incontrano è vivere un sogno per l’eternità della nostra vita: in quella successiva sapremo di non aver vissuto invano…

    • germogliare ha detto:

      E poi ci sono persone che si annoiano, che hanno una visione passeggera della vita… mah! Quanto si perdono di questa vita e quanto poco avranno da portare per il sogno di un’eternità….

  17. ventisqueras ha detto:

    è quel guardare da lontano che affascina

  18. Pandora ha detto:

    Guardare, sentire sulla pelle e lasciarsi penetrare dalle sensazioni di permeare un luogo, come in una sorta di meditazione. Accade a volte, come dici tu, quando siamo pronti ad accogliere…si, penso che sia questa la giusta predisposizione. L’accoglienza.
    E quando si vive si avverte l’apertura.
    Buonanotte amica
    Pan

    • germogliare ha detto:

      Ci sono luoghi che lo richiedono. Ci sono volte che si sente la necessità di rigenerarsi attraverso l’energia del luogo, perché questo è diverso da altri e in forma ideale con il nostro essere del momento. Del momento, perché accade e ri-accade ancora in posti differenti come differenti nel tempo siamo noi, e tutto questo ci arricchisce.
      Buonanotte amica mia
      Baci

  19. rodixidor ha detto:

    “Se ancora c’è, qualcosa di ancor poco percorso” … “Come se il vuoto fosse vuoto comunque o se il pieno fosse pieno comunque” … Amo questa donna

  20. flampur ha detto:

    “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” (Italo Calvino). Mi sembra in linea con la tua sensibilità di “partecipare il luogo”, ed anche con la mia…

  21. Guido Fabrizi ha detto:

    Bellissima riflessione. Il tempo è in sintonia con la vita, siamo noi che spesso non ne cogliamo la sinergia. Un abbraccio.

  22. shappare ha detto:

    Ieri sera al cinema con Egle ti abbiamo evocata, ne abbiamo parlato, era come se ci fossi un po’.
    Come tutti gli apolidi che appartengono a ogni luogo.

    • egle1967 ha detto:

      Si, eravamo cosi’ in tanti che quasi quella citta’ era inconsapevole di ospitare una tale diversita’ di popolo! 🙂

    • germogliare ha detto:

      Shap, che film avete visto? E poi… anche una birretta, vero?
      Devo fare un salto da te, ma questi sono giorni in cui mi vedo poco anch’io…
      Baci e stammibene!

      • Egle1967 ha detto:

        Il film era “Anni felici” di Lucchetti. Ambientato nelgli anni 70, anni di lotta e di grandi cambiamenti…l’arte e la creatività’ erano respirate da molti e le donne….cominciavano ad emanciparsi….
        Dopo birreria, panino nella splendida citta’ e chiacchiere ..e quando due bloggher si incontrano portano con loro tutto gli amico del web..c’ eri pure tu, non ricordi? 🙂

      • germogliare ha detto:

        Ah! Giusto… pensavo a qualcosa della piccola distribuzione…ma direi ottima scelta per la sceneggiatura 😉
        …lo dicevamo da tempo. C’ero c’ero!!! La birra l’ha scelta lei 🙂
        Felicegiornata

      • shappare ha detto:

        Tranquilla, il mio mare è quieto e ti attende quando puoi e le onde vogliono.
        A dire il vero il film l’ho proposto io, è stata una casualità ma… Una bellissima serata! Sarebbe bella una birra a tre.
        vi abbraccio ragazze

      • germogliare ha detto:

        🙂 Ti abbraccio!!!
        Riguardati

  23. aitanblog ha detto:

    Rallentare.
    Ra lle n ta reee.
    E viversi ogni scroscio del mare.

  24. gelsobianco ha detto:

    “Creando un nostro, proprio intimo legame privato. Come i pensieri. Come la musica che ascoltiamo dall’interno, da noi”
    Questa è la predisposizione all'”accoglienza”.
    E se non riusciamo a creare questa fusione con i luoghi, così come essi ci appaiono, non avremo mai la vera appartenenza reciproca.
    Dobbiamo sentire l’odore del mare, degli agrumenti per poter dire che abbiamo vissuto quel mare e con quel mare, quegli agrumeti e con quegli agrumeti.
    Apriamoci ai luoghi che incontriamo e facciamo in modo che i luoghi incontrino noi.

    Che bello scritto, Germoglia cara!
    Bacitanti
    gb

    • germogliare ha detto:

      Forse ci sono le energie che dalla natura arrivano a noi, ispirandoci pensieri belli, non so. Non so cosa accade certe volte, in certi luoghi, però è vero che in qui momenti si è come pervasi da una magia che ci rende unici in un’azione unica.

      Stammibene gb
      baci e abbracci

      • gelsobianco ha detto:

        Sì, Germoglia. siamo invasi proprio, in determinati luoghi, in determinate circostanze, da una magia “unica”.
        Forse, l’energia della natura si fonde con la nostra. Splendida fusione quando accade.

  25. guido mura ha detto:

    Per me ogni mare è diverso e difficilmente mi trovo in consonanza con lui, anche se sul mare ci sono nato. Ci sono stati luoghi marini però che mi hanno trasmesso, per breve tempo, sensazioni particolari. Avrei voluto fermarmi di più su quei mari, così diversi e lontani dal mio; ma purtroppo ci troviamo tutti dentro un altro mare, quello del destino, che alla fine mi ha portato nel bel mezzo di una pianura. A dire il vero non me ne lamento, perché forse la pianura è l’habitat che più mi si addice, con le file di alberi che scandiscono i campi, nella nebbia, i fiumi lenti e l’acqua che scorre nelle rogge, le cascine diroccate, le vecchie ciminiere.

    • germogliare ha detto:

      Che sia pure un mare metaforico quello capace di darci pace, con noi stessi e la natura, cosa importa! Il mio me lo porto dietro, in ogni viaggio ho la necessità di visualizzarlo, e la mente educata all’immaginario è un ottimo mezzo che lo permette.
      Un saluto al tuo mare di nebbia che tra poco arriverà (con l’inverno).

      • guido mura ha detto:

        Purtroppo il nebbione degli anni Settanta-Ottanta a Milano è solo un ricordo, con notevole vantaggio dei polmoni, ma con grave pregiudizio per l’atmosfera e per il cliché. Ora Milano è diventata una città come tante altre. Per trovare una bella nebbia bisogna addentrarsi nelle campagne, andare in altre città della pianura. Insomma, tutto cambia. Purtroppo anch’io sono cambiato, anche se non me ne rendo ancora ben conto.

  26. She ha detto:

    Dopotutto questi sono i nostri luoghi ..i luoghi dell’anima. Lo chiamano anche Genius Loci.
    Dove il tempo si ferma e si riconoscono le nostre origini. Diventiamo come esseri primitivi che annusano la loro terra e ne percepiscono i sapori.

  27. mitedora ha detto:

    i luoghi sono tali se restano dentro e ci trasFormano. brava germogliare!

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