Si sa, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. Così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro. “Signor Terzani, lei ha il cancro”, disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero – e me ne accorsi subito, meravigliandomi – che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse.
Forse quella prima indifferenza fu solo un’istintiva forma di difesa, un modo per mantenere un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò. Riuscire a guardarsi con gli occhi di un sé fuori da sé serve sempre. Ed è un esercizio, questo, che si può imparare.
Un cammino senza scorciatoie, in “Un altro giro di giostra”, Tiziano Terzani
Low – I could live in hope, Lullaby
Rammendiamo gli strappi della vita, cercando di ricucire ad arte le ferite.
Musica triste… La seconda fotografia è commovente.
Un bacio alle fossette.
un bacio, bella donna
Artur Fellig
Cuore mio!
e visto che Terzani è stata una mia passione ti scrivo questo: Non chiedere di avere una salute perfetta, sarebbe avidità. Fai della sofferenza la tua medicina, e non aspettarti una strada senza ostacoli. Senza quel fuoco la tua luce si spegnerebbe. Usa della tempesta per liberarti.
Cuore bello, tu!
Amélie
terzani con la sua sensibilità dimostra che anche la malattia è, se la si guarda bene, una forma di guarigione. lo difende, lo protegge, lo salva, lo rende eterno.
“Nella vecchia Cina molti tenevano in casa la loro bara per ricordarsi della propria mortalità; alcuni ci si mettevano dentro quando dovevano prendere decisioni importanti, come per avere una migliore prospettiva sulla transitorietà del tutto. Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati – come in verità si hanno comunque – per rendersi conto di quanto preziosi sono quei giorni.” pag. 15
Un like per i Low, anche
…Words
Spero sia solo una citazione, bella e importante questa di Terzani che hai semplicemente postato.
In ogni caso penso sia difficile essere così comprensivi verso una malattia di questo tipo. l’accettazione di essa passa attraverso una grande fede, sensibilità, serenità interiore non da poco.
buona settimana
.marta
“La distanza che si crea fra i sani e i malati mette a dura prova i rapporti fra le persone. La malattia rompe un ordine, ma ne crea uno suo e con quel passaporto l’ammalato entra in un altro mondo, dove la logica dei sani, del mondo di fuori diventa irrilevante…” pag.70
…è la vita, vale una riflessione, mia o sua cos’ importa?!
Felici giorni a te
A distanza di giorni…non so proprio cosa volessi dire in quelle due prime righe che ho scritto. Rileggendole capisco la tua risposta, giusta ed inevitabile risposta.
Chiedo venia…perché non mi sovviene altra spiegazione.
Questo “semplicemente postato” che ho scritto non so da quale parte dei neuroni sia venuto fuori….bah…
Buona giornata
ciao
.marta
Marta carissima, il tuo pensiero l’ho trovato gentile e spontaneo e con garbo ho cercato tra le parole di Terzani una risposta concreta.
E’ difficile, sì vero, ancora e sempre, parlare di cancro, del proprio vissuto e della comprensione per altri. Ma sicuramente sano non è nasconderlo e io e te ne stiamo parlando e allora è bene. Grazie!
Un abbraccio sincero
siamo qui
…lo so
Lee Miller
Terzani è incredibilmente ricorrente in questi giorni… Splendide foto.
…è buona compagnia. baci
Artur Fellig
E’ un periodo che scopro acciacchi a ripetizione, niente a che fare con un tumore, ma già l’aspirinetta tutta la vita può incrinare la fiducia dell’uomochesiritenevainvincibile, eppure è vero, rispetto a 10 mesi fa, dove non avevo alcun sintomo di nulla, ora combatto perché c’è qualcosa, quasi finalmente direi, da combattere davvero. Fantasmi rivelatisi e nemici col passaporto. Diverso dal vacuo agitarsi a vuoto. 😉
“Sono già morto minerale e diventato pianta
Son morto pianta emi sono elevato ad animale
Son morto animale e ora, eccomi uomo.
Perché aver paura?
Quando mai son diventato di meno
Morendo?” pag. 204
Sì, diverso ma ancora è possibile agitarsi 🙂
Strano come arrivi il momento in cui pensi sì che potresti esserci tu al suo posto , ma non le persone a te più care (è un ‘tu’ generico)
Terapeutici questi Low. Foto e titoi sempre azzeccatissimi!
“Di tutto ciò che nasce, certa è la morte,
Di tutto ciò che muore, certa è la nascita.
Questo è inevitabile, e tu non hai ragione di soffrire.” pag. 408
Grazie per esserci sempre
TRAMEDIPENSIERI, io ci avevo letto un delicato ‘Mi auguro che tu stia bene’;
la sua risposta aveva tranquillizzato anche me.
Dani Davi, donna saggia e lungimirante, il destino a volte mette lo sgambetto,’mbè, io sono inciampata…ora ho da sistemare le lesioni.
Ci metto sempre la linguaccia. 😦
🙂
Artur Fellig
mai parole furono e sono così pesanti: un suono di campane che senti dentro, e non sono campane di festa, mentre l’eco si allontana fino a scomparire e rimane la nebbia. Noi sappiamo che dietro c’è il sole e aspettiamo che si diradi. Ma nel frattempo arriva la notte e non sappiamo come sarà il giorno successivo. E vero, non capiamo niente finché non capita a noi e la prospettiva viene rivista dentro all’immagine di uno specchio concavo… deformato!
…ma se si è lavorato su una propria serenità, allora è più facile riuscire a scovare un immagine che abbia un senso anche da quello specchio deformato, e vedere la luce, anche.
“Una volta accettata l’idea che la morte è parte della nostra vita, ci si sente più forti, si ha l’impressione che nessuno possa più avere potere su di noi.” pag. 286
la parola sarà sempre vita !!!
tvb. vorrei essere lì… per guardarti negli occhi. baci tanti
tvb. lo so lo so lo so… ti vengo a prendere in stazione! una foto te l’ho mandata. baci
Cerco di preparami a questo appuntamento consapevole che sarà come non posso immaginare, con quell’io che ti entra dentro come nulla prima. Sono uno degli altri e tra me e un altro non c’è differenza di valore ma il soggetto io ti capovolge. Dall’alto è solo una battaglia qualsiasi tra miriadi, per noi è da vincere. Un caro abbraccio.
…sì. Un caro abbraccio
Man Ray Portrait of Lee Miller
Ascolta ogni parola, guarda le espressioni di Terzani e sorridi, ridi, Germoglia cara!
La terapia migliore è vivere “profondamente”, cercare sempre la “verità vera”( che può sfuggirci, ma non importa), emozionarsi sempre e… sorridere.
“Riportare il cuore nella vita…”
Per te, mia cara
gb
Ti avevo scritto tre commenti, Germoglia, con un video molto interessante di Terzani.
Avevo sbagliato nel digitare gelsobianco che era divenuto gelsobianca.
Chiedo venia.
Ora cerco di postartene uno simile.
Tutto sempre molto importante da te! Sempre!
Sempre tu fai riflettere intensa_mente.
Molto significativa la fotografia di Arthur Fellig nel tuo post.
Davvero bella la “tua” Lullaby. L’ho ascoltata con piacere vivo.
Il viaggio di Terzani per vincere il suo male lo portò ad un viaggio molto profondo e particolare in se stesso. Instancabile fu il suo cercare di sconfiggere ciò che è la vera paura dell’uomo, la morte!
Ti abbraccio, mia cara
gb
Ti dono questo video!
Proprio per te, Germoglia!
Ascolta ogni parola e… sorridi, mia cara, sorridi.
“Bisogna riportare il cuore nella vita”
Che meraviglia queste parole di Terzani! Una meraviglia rara!
Io non riesco a smettere di ascoltarle.
Grande Terzani!
Un sorriso vero vero per te!
gb
Grazie sempre per le riflessioni che i tuoi post portano alla mente, Germoglia!
Grazie, cara, instancabilmente attenta, come sempre.
Ridere, sì, e poi dovremmo poter fare come scrive lui nel citare l’indiano che dice: ” la rana non beve l’acqua dello stagno in cui vive”.
Ti auguro buonecose con un sorriso
“Riportare il cuore nella vita…”
ti avevo scritto sotto!
è un bellissimo, grande suggerimento-consiglio di Terzani!
buone cosetante per te con un abbraccio, Germoglia!
un sorriso speciale
gb
” la rana non beve l’acqua dello stagno in cui vive”.
noi lo facciamo!
stolti siamo!
un abbraccio, Germoglia!
A
Io mi blocco davanti alla bellezza e qui ce n’è tanta. In tutti i sensi.
Pablo
Ci vogliono sempre dei buoni occhi per saper vedere. Ringrazio!
Artur Fellig
Sto guardando con grande piacere la serie di video Anam, il Senzanome suggerita da Gelsobianco; di Terzani ho letto credo tutto tranne L’ultimo giro in giostra, non ho mai il coraggio di affrontare cose riguardanti la morte; dev’essere ancora sullo scaffale degli Italiani, o forse tra i viaggiatori. Vedo se c’è, mi sa che posso riprenderlo. Grazie mille a tutt’e due!
bella ragazza , un bacio! leggilo e prenditi una matita che c’è tanto da segnare in qesto libro. della morte riparleremo…senza paura
Ho letto sia “Un altro giro di giostra” sia l’autobiografia di Artur Fellig (alla cui presentazione e reading ho partecipato, e dal cui incipit sono stato ispirato per un post), e dire che leggo pochissimo. Questo solo per dire che sono felice di condividere la bellezza dell’arte e delle belle idee che sono sempre prodotte da cuori e menti piene di passione e sentimento.
Buona serata.
*Arthur
Con ago e filo faccio schifo, ma sono brava a fare i biscotti, mettere su il tè allo zenzero e far sorridere i crucci delle persone con tutta la mia idiotitudine, vuoi provare?
p.s. aaahhh e ho il vizio di inventare parole pagliacce che non esistono…
Noto solo ora il tuo commento.
Adoro tè e tisane, ne bevo a litri, i biscotti a dosi limitati (problemi di peso e medicinali).
P.s. amo le idiotitudini di persone intelligenti.
P.p.s. Questa è come la posta che arriva dopo due anni. Sorpresa!!!
Siiiii!! è bellissimo, che sorpresa! Sarebbe da perdersi più spesso per ritrovarsi inaspettatamente e con gran gioia 🙂
L’ha ribloggato su germogliaree ha commentato:
Oggi come ieri. E. Il distacco non è sovrumano (come dicevo a Lois di assolocorale), ma è un evolversi dalle cose materiali e dagli affetti, che entra nella quotidianità, e cambia la tua vita, cambi te e non ti riconosci più.
Solo un bacio. Che ti arrivi, nonostante la distanza, perché è con tutto l’affetto che posso. A presto!! ricorda che abbiamo un appuntamento!!!
Arriva, arriva, si posa e torna indietro. A presto, mia cara; appuntamento mancato, appuntamento sprecato; e io non faccio sprecare mai niente, da buona contadina.
Un bacio e un abbraccio, cara germoglio.
No, non ti ho dimenticata.
Con affetto
gb
Cara gelso, lo so, lo so.
Anche io sono latente.
Con affetto, ricambio.
Molto bello il pezzo musicale
Buongustaio!
Ricucire e far vedere la bellezza di quelle cuciture che significano che comunque gli strappi si sono trasformati in un sé migliore.Addirittura più forte.La musica è splendida.Un altro giro di giostra è stato il primo suo libro che ho letto: l’ho conosciuto così, poi ho letto gli altri.Vedrò i video: sono sicura che mi daranno molto su cui riflettere.Ti abbraccio e ammiro la tua forza interiore (come sempre). ❤