riconosco due tre timidezze di questa notte di vetro
tu che m’indossavi come un braccialetto
vizi appena istruiti
labbra d’aria
mi dia per cortesia
una libbra di carezze
a caldo, come un grido
nella bell’ombra
filo di gambe
per dritto brivido
armonioso
se mettessi
tu
me
supina
un poco bisbetica
nel gesto d’impazienza
palco infatuato
io
delle tue mani
sonate musico
sarei
lingua d’armonia
fammi piccolo umor di fiore
sulla punta respirAmi
visitami. Per saliva zuccherina.
da ritagli di poesie sparse di Dorinda di Prossimo, o meglio conosciuta come La Mite (che tanto Mite, non è)
di di di da da da
Bei ritagli di poesia…
domani vado a vedere il blog …
..e le foto, anche 🙂
Meravigliosi accostamenti e unioni di teste e cuori
Urca, germogliare, hai fatto germogliare anche me? ora mi sento anch’io nell’immenzitààààà! Grazie!
Bel collage 🙂
l’arte dell’accostare, e dell’accostarsi.
brava Mite, grazie Germogliare. un abbraccio
immagini e parole sono sempre un’unione perfetta, giusto a dimostrare di come l’arte completa la vita e ci rende più felici, più liberi, più veri; e noi godiamo di tanta bellezza…
In quanto amante della scienza, mi offrirei volontario per il primo esperimento. Sull’argomento, ti segnalo una mia vecchia foto, che con l’occasione ho caricato su pinterest
… ma davvero immenzo ‘sto poste!
Braua!