Anche nel rumore rintraccio il silenzio, l’ho sempre inseguito dentro di me. Sin da piccola, quando c’erano le guerre in casa, mi proteggevo estraniandomi e tappandomi le orecchie con le mani o mettendo la testa sotto il cuscino. Ero lì, ma non ero più lì. Mi conducevo in altri luoghi con la forza del pensiero. A volte alzando il volume della musica (non avevo le cuffie), ma di fondo restavano le voci e i rumori irritanti, come irritante era la realtà. Ah! Se non avessi avuto la fantasia a sopraggiungere in aiuto…
“Per i giapponesi il silenzio in una conversazione è un elemento fondamentale.”
“Il silenzio sembra denso di significati tanto quanto le parole.”
“Al di là della conoscenza, comincia il silenzio…”
Erling Kangge, Il Silenzio
Quando ho cominciato a lavorare su me stessa in modo più definito; questo è avvenuto in corrispondenza della separazione da mio marito e andando a vivere nel mio studio che ho ampliato facendone casa; ascoltavo tutta la mia musica preferita: classica, jazz, cantautori italiani, indie e autori vari che comunque creavano in me del benessere. Alto volume, che non doveva coprire le grida ma riempire gli spazi già in armonia. Arricchire! I miei giganti avevano/hanno (tuttora che il loro privato è nel maggiore del tempo altrove) un loro proprio spazio qui con me, e rispettiamo i nostri silenzi e suoni. Ora. Dopo le varie riprese delle lesioni cerebrali… ho fatto un nuovo percorso, sono entrata dentro di me, negli angoli più remoti del mio essere. La psicoterapia, i colloqui con i medici, la condivisione con i mie compagni di viaggio, le letture, i film, la musica, mi aiutano ad affinare la capacità di ascolto del silenzio. Come con la cecità, mio nonno Ernesto era quasi cieco, sua madre, nonna Pompilia (anch’essa aveva perso la vista che io ero piccolissima) e, il mio amico Felice è cieco, Luca, Mario; conosco il mondo della cecità, ne feci un progetto (Come vedere pur non vedendo). Ecco, pensando ai miei avi e poi ai miei amici, da sempre mi sono mossa in casa o altrove, di notte, senza accendere le luci, anche provando a riempire un bicchiere d’acqua, misurandolo con il dito; allungando le braccia, tastando con le mani, estendendo le gambe, i piedi. In seguito, aiutata dalla formazione maturata in professione, nel campo delle arti plastiche e visive (pittura, disegno ecc. ecc.), dove nella maggior parte dei casi, amo andare di polpastrelli e palmo, più che di spatole e pennelli, e quindi modello, plasmo, lavoro con la materia. Per questo mi piace fare giardinaggio o cucinare “sporcandomi” le mani. Muoversi al buio richiede concentrazione, silenzio, per percepire meglio il luogo. L’olfatto, il gusto vanno comunque da sé, non necessitano per forza di concertazione, arrivano e basta, non hanno bisogno del silenzio o della vista. E così mi ritrovo ora, da un po’ di tempo a muovermi, a vivere al buio e in silenzio con più disinvoltura. Scegliendo cosa ascoltare e quando, preponderando sempre di più il silenzio, l’ascolto della natura. Forse perché comincio ad amarmi di più e scelgo di ascoltare il mio corpo.
“Tutte le cose di questo mondo un giorno non ci saranno più, e non importa quanta voglia avremo di andare: non si potrà più andare. E allora in questa vita voglio accumulare tantissimi ricordi.”
“La magia tiene sempre la porta aperta. Davvero, sempre. Trovarla dipende solo da noi.”
Banana Yoshimoto, Un viaggio chiamato vita
Olafur Arnalds – Only Yhe Winds
L’ha ribloggato su Gabriele Romano.
Grazie della condivisione. A mani giunte.
fondamentalmente la nostra esperienza di individui passa proprio dalla frammentazione che facciamo della nostra vita: luce-buio, suono-silenzio, spento-acceso, realtà-sogno… E’ così che ci ritroviamo, continuamente, per essere alla fine completi nel nostro caos interiore, ma come ci insegna l’evoluzione, è proprio dal caos che si è formato un’intero universo. Prima il buio e il silenzio, poi, una sinfonia di luci. e luce sia? Siiiiiiiiiiiii!!!!!!! 🙂
Ti adoro… Ma. Questo ha lo sai
Strepitoso!!! Pura coincidenza… ho scritto un libro su una pittrice che quanto silenzio avrebbe la sua da dire! Una esperienza umana ricchissima la tua
Grazie! Mi farebbe piacere sapere del libro e di lei.
Trovi una sinossi qui: https://avvocatolo.wordpress.com/lo-specchio-dellangelo-perso/
Non so di dove sei ma il 18 novembre lo presento in via Nizza presso l’atelier di Cecilia Gattullo 😀
Interessante il tuo libro (non sono riuscita a inserire il Luke 😦 ). Sono Abruzzese, lato mare. In quelle settimane starò a Milano per ospedali e piccoli piaceri, ma riparto il 16. In bocca al lupo per la presentazione 😉
peccatoooo 😀 la felice che ti paia interessante
Si, se solo lo avessi saputo prima avrei prolungato i giorni dei piccoli piaceri
onorato…
Sempre una meraviglia ascoltarti. Mi fai pensare a un tizio il quale diceva che il silenzio e una conversazione portata avanti con altri mezzi.
Grazie! In questi giorni ho proprio bisogno di sapere che le mie parole siano accolte e raccolte. Sì , anche io sto affinando sempre più il pensiero del tizio di cui dici.
Ci si avvicina di più all’essenza dell’esistenza togliendo ciò che non è necessario. Vorrei regalarti un silenzio, uno di quelli tanto intensi da farti traboccare di gioia come a volte trovo e vivo profondamente frugando tra queste mie adorate montagne. Bello leggerti, grazie Germoglio.