A mio padre. “Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!”. Italo Calvino, Il barone rampante*. Perfetta, è proprio la frase giusta che sintetizza ciò che penso di questa storia. E poi, viene da uno scrittore che amo e un libro che ho letto tante volte a distanza di anni, l’ho fatto leggere ai miei figli adolescenti, mia madre lo ha letto due volte, regalato, non ricordo a quanti; lo metterei nella scatola che custodisce gli oggetti per i posteri.
C’è chi lotta e ci rimette la vita per abbattere i muri. Eroi! E. Chi impone con alterigia, a volte ferocia, la costruzione di un muro, alto, altissimo, con filo elettrico o ferro spinato a capello. Bastardi!
Può essere un popolo in fuga, una famiglia che cerca fortuna altrove, una persona perseguitata ingiustamente, uno scambio culturale, o, una parte della famiglia rinnegata e maledetta. Una figlia con un cancro metastico con lesioni cerebrali.
Credo nella bontà dell’anima. A 54 anni, per esperienza, sono molto giudiziosa e attenta. Almeno ci provo. Ma. Inaspettatamente, sì, ci sono, esistono, le incontro. Ma. Provo tristezza, dispiacere, perché controllo lo slancio passionale. E. Mi estraneo dalla vita sociale sempre di più.
“Che vale aver rischiato la vita, quando ancora della vita non conosci il sapore?”*
P.s. Sto molto meglio, continuo a lottare. A giorni sarò a Milano.
A.
Si lotta sempre, continua continua e non fermarti. Lo ripeto anche a me stessa! 😘 😘 😘
Grazie. Qualche volta è un po’più dura 😍😘
Ti capisco eccome!!! 😘
Un abbraccio e tanta forza vorrei poterti dare…❤️🌼❤️
Cara, lo fai già. Basta poco per aiutare una persona come me. Grazie di cuore ♥️
😘
😘
Brava per la forza, la grinta. Abbattiamo i muri!